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MARQUEZ Lo stato delle cose

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Marquez è l’insegna (con espliciti riferimenti letterari) dietro la quale si cela il progetto di Andrea Comandini. Veniamo a questo “Lo stato delle cose“, un disco intimo, autoprodotto, che rincorre un’atmosfera malinconica. Rock che non urla la sua rabbia ma preferisce narrarla, facendosi forza su arrangiamenti molto carini. E’ un buon album? Sì, e questo nonostante qualche scivolone – infarcirlo di 13 brani, infatti, è stato un errore, perché la qualità di alcuni pezzi non giustifica una durata extralarge che arriva a toccare i 51 minuti complessivi.

Marquez traduce molto bene le sue tensioni interiori usando un cantato che scuote. Con la melodia il rapporto è curioso, nel senso che molte canzoni hanno un potenziale pop ma, per motivi sconosciuti, non è stato sfruttato sino in fondo. Fra le eccezioni vogliamo citare la bellissima “L’insorgere del dubbio”. Insomma, un lavoro che si ritaglia un suo legittimo spazio nella scena indipendente, ma perché accontentarsi?

I brani migliori oltre a “L’insorgere del dubbio”? “L’errore più grande”, “Invisibile”, “Altroché Milano” e “La deriva dei continenti”.

Review Overview

QUALITA' - 66%

66%

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