MADONNA Rebel Heart
Lady Gaga rincorre il mito di Madonna e Madonna non si fa problemi a imboccare la strada segnata – negli ultimi anni – dal passo svelto della signorina Germanotta. Morale: “Rebel Heart” è come deve suonare un album il cui obiettivo è invogliare il pubblico a riversarsi nelle arene per vedere dal vivo la signora Ciccone. Quindi tanti suoni digitali, un bel po’ di elettronica e un cantato pulitissimo che a volte cerca di creare atmosfera mentre in altre prova a coinvolgere emotivamente.
E’ un disco fatto con mestiere? Assolutamente sì. Ma non è questo il peccato mortale di “Rebel Heart”, il suo limite sta essenzialmente nell’incapacità di avere una forma omogenea. Manca all’album un filo rosso, un minimo comun denominatore, tutto suona troppo slegato, tanto che a tratti il compact sembra più una compilation di brani presi a casaccio piuttosto che un lavoro strutturato. A conferma delle nostre tesi, ascoltatevi un pezzo come “Unapologetic Bitch”, con il suo incedere in levare e un arrangiamento terribile.
Nel complesso “Rebel Heart” è un lavoro dal suono pacchiano, pieno di costruzioni melodiche mediocri. Si salva soltanto la produzione. Il pezzo migliore? “HeartBreakCity”.