PAOLO BENVEGNÙ Earth Hotel
Cos’è lo stile? Lo stile sono i primi 38 secondi di “Nello spazio profondo”, il brano che apre il nuovo disco di Paolo Benvegnù. Poi ovvio, entra la voce dell’ex Scisma e tutto si fa più facile, ma soffermatevi su quei primi 38 secondi, perché lì c’è Benvegnù, in quella porzione di suoni c’è tutto lo stile tipico del cantautore milanese.
“Earth Hotel” (Woodworm Music/Audioglobe) arriva a tre anni di distanza dalla pubblicazione del precedente “Hermann” ed è forse il lavoro più ambizioso di Benvegnù, soprattutto negli arrangiamenti. Sono poche, infatti, le canzoni proposte all’ascoltatore privilegiando l’essenzialità del contenuto, quasi tutti i brani si portano dietro un… contorno ricco e pomposo, persino troppo pomposo in alcuni passaggi.
E’ un buon disco “Earth Hotel”, non ha l’istintività di “Piccoli Fragilissimi Film” (che tuttora resta il capolavoro di Benvegnù), ma ha indubbiamente spessore. E’ un album dal potenziale pop non sfruttato pienamennte secondo noi. Tuttavia se questo nuovo lavoro lo vogliamo inquadrare solo e soltanto come un progetto cantautorale, allora non c’è che dire: è un compact di gran valore perché ha un filo logico interessante e possiede suoni e contenuti eccellentemente omogenei. Un progetto da “Premio Tenco”, tanto per intenderci. Azzardiamo: scommettiamo che nel 2015 finirà nella cinquina finale per il “Miglior Album”?
I testi di “Earth Hotel” sono generosi di significati. Fra i brani meritevoli di nota, vogliamo segnalarvi “Avenida silencio” (con un retrogusto molto U2), “Orlando” (c’è tanto della lezione di Tenco), “Piccola pornografia urbana” (un brano ottimo per mischiare le carte e movimentare la scaletta), l’evocativa “Una nuova innocenza”, “Nuovosonettomaoista” e l’ultimo capitolo del cd, “Sempiterni sguardi e primati”. Occhio all’iniziale giro di chitarra del pezzo appena menzionato: è molto simile a quello di “Hurt” dei Nine Inch Nails.