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IACAMPO Flores

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Non sappiamo il rapporto che Marco Iacampo ha con se stesso. Quello che sappiamo è che la sua musica arriva sempre genuina, figlia di un lavoro interiore dove il compromesso non sta di casa. Marco una vita fa era Goodmorningboy poi è diventato semplicemente Iacampo e nel mezzo (e ancora prima) altre idee e progetti. Marco non è persona che lasci in un posto e ritrovi nello stesso posto. Un pregio? Sì e no. Crediamo che questa sua inquietudine gli abbia dato molto ma gli abbia anche tolto parecchio. Bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto.

Registrato in un luogo protetto dai boschi e dai campi d’ulivo e a seguito di svarianti incontri con Leziero Rescigno, “Flores” è un disco di voce e pochi strumenti. Tutto è dosato con attenzione per non togliere spazio alla voce dell’autore, qui chiamata a dare tono e anche abito a un album che ha un’atmosfera precisa, leggermente malinconica, tra folk e qualcosa d’altro, fra situazioni personali e una voglia (chiara) di creare un ponte con l’utente. E’ un buon compact “Flores”? Sì. E’ il classico lavoro da ascoltare con il libretto dei testi a portata di mano, perché la parola è importante in questo album. Difetti ne abbiamo? Sì. Le melodie, ad esempio, crediamo non siano state sfruttate sino in fondo. Il brano migliore? “Due due due”.

Review Overview

QUALITA' - 64%

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