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L’AURA «La mia vita da mamma, donna e artista...»

L’Aura attualmente è al lavoro sul suo nuovo disco. Ma di recente ha realizzato un’inedita versione acustica di “Lo sapevi prima tu”, brano contenuto nell’ultimo album di Laura Pausini, di cui la cantautrice bresciana ha firmato testo (con la stessa Pausini) e musica (con Simone Bertolotti). «Laura Pausini è una donna simpaticissima, vulcanica; il suo segreto è essere una lavoratrice instancabile. Sono molto onorata di aver collaborato con lei per il suo ultimo disco e spero che questa collaborazione si estenda anche in futuro». E ancora: «Le canzoni sono come figli – racconta L’Aura – e prima o poi arriverà il momento in cui li guarderemo andare sicuri per la loro strada esplorando nuovi territori. Laura Pausini ed io, figlie prima di tutto, poi amiche, cantanti, abbiamo collaborato alla stesura di questo brano dedicandolo ai nostri papà. Dopo aver affidato la nostra creatura alle potente ed emozionante voce di Laura, ho pensato di dare anch’io il mio contributo, offrendo un’intima versione live in esclusiva per Facebook e YouTube. Da figlia a figlia. “Lo sapevi prima tu” è dedicata a tutti i figli che nei loro genitori hanno trovato un porto sicuro. Qualcuno che ha creduto in loro. Qualcuno che sapeva già “ciò che sarebbe arrivato”».

La prima cosa che voglio chiederti è relativa al tuo nuovo disco: perché l’idea di un concept album ispirato alla musica degli anni ’60, ’70 e ’90? 

«Perché sono le annate in cui sono nati artisticamente i musicisti che hanno formato il mio gusto musicale».

Mancano gli anni ’80 per un motivo particolare?

«Gli anni ’80 mancano perché il mio nuovo disco non conterrà – o quasi- elementi di musica elettronica. Con il tempo ho realizzato che nei miei dischi il valore aggiunto è l’anima dei musicisti: il loro gusto e la loro emotività si riversano nella musica, dando origine ad una cosa nuova rispetto al brano di partenza. Ci sono tante cose che amo degli anni ’80, come i Depeche Mode, i Cure, e tutto il movimento metal, ma quel periodo non è stato così impattante per me come l’ascolto dei Beatles, dei Led Zeppelin, o di Alanis Morissette».

Cosa rappresenta, oggi, l’amore per te? In che misura ispira la tua arte?

«”Amore” è una parola molto complessa. Spesso abusata, fraintesa. Il nuovo disco affronterà i “fraintendimenti d’amore” che ho vissuto personalmente e che ho visto compiere dalle persone che mi circondano. Vedo troppe persone parlare d’amore senza amare davvero. Per me è una continua ricerca, anche all’interno della mia relazione. Non è qualcosa che puoi dare per scontato. Posso solo dire che quando mi sento in uno stato di amore quello che mi circonda cambia, fare ogni cosa diventa più semplice. Ma è uno stato che, almeno per me, non è così facile da raggiungere».

Da poco è terminato Sanremo. Tu che ricordi conservi delle esperienze al Festival?

«Ho partecipato al Festival per tre volte, e ogni volta è stata completamente diversa dall’altra. I ricordi – sparsi – a cui sono più affezionata? Le corse in riva al mare, le colazioni con la mia band in hotel, i miei fan armati di cartelloni che mi seguivano ovunque andassi, la bella amicizia con Nathalie, i consigli di Super Pippo Baudo nei camerini, la marea di vestiti e scarpe – in prestito – da cambiare ogni secondo, la favolosa orchestra di sessanta elementi».

Negli ultimi anni ti sei concentrata molto sulla vita privata e sei diventata mamma. In che misura sono cambiate le tue priorità artistiche? 

«Dopo l’ultimo disco, che per certi versi è stata un’inversione di rotta che ha spiazzato molti fan, ho sentito il bisogno di fermare un po’ il treno e dedicarmi a me stessa. Mi sono innamorata, ho dato alla luce un bellissimo bambino di nome Leonardo che mi riempie di gioia e che mi ha obbligata a guardarmi dentro, per curare le ferite sepolte che da troppo tempo avevo ignorato, e che negli ultimi anni stavano minacciando la mia capacità di prendere decisioni sensate. Trasferendomi in una città di provincia come Cremona sono riuscita a trovare il silenzio e la tranquillità per ritrovare me stessa. Fino ad ora è stato un bellissimo viaggio».

Mi ha sorpreso moltissimo, su Facebook, un tuo post in cui facevi cenno all’andare a lezione di canto. Era un post scherzoso oppure, nonostante il successo, senti ancora il bisogno di migliorare i tuoi mezzi?

«Sono dieci anni che prendo lezioni di canto! La voce non è come gli altri strumenti: avere un vocal coach è di fondamentale importanza se vuoi che la tua voce ti accompagni per molti anni. La natura mi ha certamente dotata di una voce dal timbro particolare, ma allo stesso tempo immensamente fragile, ed è mio dovere fare tutto quello che posso per salvaguardarla».

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