KETTY PASSA «Sono la persona più malinconica del Creato. Ma credo che questa parte di me la meritino in pochi...»
Da circa due settimane è in rotazione radiofonica “Sogna”, il singolo di Ketty Passa che anticipa l’album di inediti di prossima uscita. Il brano è stato prodotto da Max Zanotti e Marco Zangirolami ed è stato accompagnato da un video, con regia di Luca Tartaglia, girato al Parco Lambro di Milano. Ketty è un personaggio veramente particolare, che vale la pena scoprire.
Servono 10 mila euro per il tuo album. La campagna su Musicraiser terminerà il 25 novembre. Perché bisognerebbe investire sul tuo progetto? Convincici…
«Esatto, la campagna terminerà a breve, purtroppo siamo sotto la soglia del 50 per cento e comprendo che sia già tanto quello che ho ottenuto fino ad ora, perché purtroppo è una vera e propria campagna al buio, e giustamente essendo io all’esordio come cantante solista, la fiducia spero e sono sicura arriverà più avanti. Ma sono una persona che ha fatto tutto da sola, che si è impegnata a scrivere in una direzione nuova e totalmente diversa da tanto di quello che suona in questo momento in Italia, e soprattutto 10.000 euro sono equivalenti alla metà del prezzo intero che mi appresto ad affrontare per coprire le spese del disco. Chiedo quindi alle persone di fidarsi di questo lavoro perché c’è tanta verità, tanta sofferenza, un pizzico di ironia e soprattutto perché non ho mai smesso di crederci. Sarebbe bello realizzare che qualcuno veda lungimirante il mio come un mezzo di lusso, prima che questa cosa venga dichiarata. Chiunque contribuirà a questo progetto ne sarà parte attiva, potrà prendere parte al mio disco con la propria voce, potrà essere in un mio video, potrà sentire il disco in anteprima invitandomi a casa sua a suonare, o potrà avere una sua foto nel booklet. Scrivere in questa direzione è stato osare, mandare il provino di “Caterina” per Sanremo è stato osare, anche chiedere 10.000 euro è stato osare, quindi mi auguro esista una fetta di persone che si appassiona alle scelte coraggiose, e a tutti i contenuti che ne conseguono».
Max Zanotti lavora sulle tue canzoni. In che modo ti sta guidando, con la sua produzione, e soprattutto verso quale strada ti sta accompagnando?
«Diciamo che Max è stato il primo a credere in questa cosa con me, e forse rispetto alle produzioni che tira fuori solitamente, con me ha potuto sbizzarrire la sua parte più pop, soprattutto nelle melodie, cosa di cui si è occupato, per quanto nei testi mi abbia dato buoni consigli di quadratura. Ecco, in qualche modo ci siamo influenzati a vicenda, e da questa unione è uscito il sound che sentirete a breve, perché che la campagna di Musicraiser vada in porto o meno, io non mollo. Mai».
Su Instagram e Facebook curi moltissimo la tua immagine e il tuo look. Sono elementi essenziali per avere successo in campo artistico?
«Sono elementi essenziali per valorizzare il successo, ma non credo siano essenziali. Io ho sempre avuto feticci estetici sui look particolari o sono molto fissata su certi tipi di abbigliamento, mentre non metterei mai alcune cose anche se vanno di moda (vedi le calze con le ciabatte). O meglio, io sono quella che vedete, spesso posto video o storie su Instagram in cui sono struccata, mi sto lavando i denti, coccolo i miei gatti o appena sveglia, mi piace essere precisa quando ho tra le mani fotografi che tirano fuori il meglio di me, ma far vedere anche lo scheletro di chi sono e di quello che faccio».
Cantante, musicista, performer, speaker e presentatrice televisiva. Cos’altro ti piacerebbe fare “da grande”?
«Mi piacerebbe continuare a cantare, scrivere brani per altri artisti/e magari vogliosi/e di sperimentare il genere urban che sto cercando di introdurre qui con la scrittura in italiano, e continuare a lavorare per la musica a 360 gradi. Da grande voglio fare quello che già faccio da grande, insomma, con gli upgrade che si ha bisogno di avere, ma le basi sono già buone».
Nel 2013 dicevi: “…non si può pretendere di essere una persona sola, e credo che più si nasca sensibili caratterialmente, cervellotici e profondi, più sono i ruoli che ci si trova ad interpretare”. E’ cambiato qualcosa in questi anni oppure ti ritrovi sempre nella definizione “sensibile, cervellotica e profonda”?
«Mi ritrovo in tutto quello che scrivevo 3 anni fa, ma ho sviluppato anche una buona dose di menefreghismo verso quello che fanno “gli altri” che non c’entrano con la mia vita, ed ho imparato ad allontanare persone e cose tossiche dal mio percorso, in primis artistico. Però credo che la sensibilità porti ad un’empatia che va necessariamente filtrata con maschere piccole e ai fini della sopravvivenza, ma senza nascondere gli occhi, quelli raccontano tutto».
E’ raro trovare sul web immagini in cui non sorridi o non sei allegra. Ma quando l’obiettivo non c’è e sei sola a casa, quali sono le paure di Concetta e cosa ti toglie il sorriso?
«Sono la persona più malinconica del Creato. Ma credo che questa parte di me la meritino in pochi, e sicuramente preferisco farvela sentire in un disco che farvela vedere in una foto. In più, sono un’entusiasta cronica, e questa cosa mi ha sempre tenuta a galla, per questo credo sia giusto dare priorità ai sorrisi, sono fiera di me e piena di paure, ma la parte più debole credo sia giusto venirla a scoprire solo se ti stacchi un po’ dalla superficie».
Guardando il video di “Sogna”, l’impressione è che ti sia divertita tantissimo durante le riprese e che la canzone ti calzi a pennello. E’ così?
«E’ così, piaccia o meno, è tutto vero».
In passato sei stata molto critica sui Talent. Non ti piace neppure l'”X-Factor” di quest’anno con Manuel Agnelli in giuria?
«Non sono stata molto critica sui Talent, sono stata critica con chi parla di arte e poi parla di Talent. I Talent producono prodotti, l’arte arriva dal sottosuolo, dal sudore, dalla gavetta, l’arte è creazione, il Talent è tv e da lì chi esce, poco spesso, canta quello che scrive. Ma adoro “X-Factor” come programma, ancor di più “Amici” della De Filippi, e credo che negli ultimi 5 anni abbiano avuto una crescita anche contenutistica. In più per fortuna esistono artiste come Francesca Michielin che dimostrano che quando si è fighe anche artisticamente, lo si è comunque e da dovunque si esca. Di Manuel Agnelli, per quanto credo che sia credibile a prescindere da dove lo si metta perché parliamo di un cervello sopraffino, continuo – sorride – a preferire la discografia».