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VACCA Nuovo disco all'orizzonte e nessun perdono a Fibra: «La porta di casa una volta chiusa non si riapre più»

E’ uno che divide, Vacca. Lo si può amare o odiare, ma resta uno dei pochissimi che nell’ambiente Hip Hop italiano non ha problemi ad esporsi: pensa, dice e argomenta senza troppi filtri. Vive in Giamaica già da un po’, ma il conto alla rovescia per il suo rientro discografico sulla scena è partito.

 

Si parla di un tuo nuovo disco nel 2015: cosa c’è di vero?

«Di vero c’è che entro fine dicembre consegnerò la mia nuova opera alla mia etichetta. Nel 2013 ho festeggiato i primi 10 anni di attività, mentre nel 2014 “VH”, ovvero il mio primo album ufficiale, ha compiuto 10 anni. Sono stato fermo per quasi un anno (tour a parte) per rinfrescarmi le idee. Stop ai pezzi online, stop a tante cose, ho pensato per una volta a me stesso, alla mia famiglia e al mio futuro e adesso sono pronto a tornare più fresco che mai».

Album nuovo in arrivo, ma secondo te c’è un segreto per fare un buon pezzo rap?

«Sinceramente ho smesso di preoccuparmi dei pezzi rap da un po’, a me piace la musica, piacciono le canzoni, quelle scritte col cuore e interpretate con l’anima. Ormai in giro ci sono talmente tanti “pezzi rap” fatti col culo, privi di anima, che a parer mio non fanno altro che allontanare la gente da questa musica e da questa cultura. Adesso l’Hip Hop è moda, e come la storia insegna, le mode prima o poi finiscono».

Vivi in Giamaica già da un po’. Vista da non so quanti chilometri e un Oceano di mezzo, com’è l’Italia? Ne senti la mancanza talvolta?

«Brutto dirlo, ma l’Italia vista da lontano somiglia sempre più a quell’Inferno descritto da Dante nella Divina Commedia piuttosto che al Paradiso che porto con me nel cuore. L’ho detto più volte e lo ripeto volentieri, l’Italia è il Paese più bello al mondo, il problema nostro sono le persone che lo amministrano, che lo stanno rovinando giorno dopo giorno, per sempre».

Com’è invece la Giamaica fuori dall’immagine da cartolina che spesso abbiamo noi europei?

«La differenza tra la cartolina e la realtà è che in cartolina non ti accorgi che la Giamaica è un Paese del Terzo Mondo. Detto questo, io mi ci sono costruito una vita, di conseguenza me la vivo meglio rispetto ad un turista che arriva con l’idea che l’isola sia fatta soltanto di spiagge, isolette con le palme, cocco, belle ragazze e cannoni lunghi come fucili. La realtà è un po’ differente».

Diventare padre cosa ti ha insegnato e cosa ti sta insegnando?

«Diventare padre mi ha fatto innanzitutto dimenticare chi e cos’ero prima. Con la nascita di mia figlia i miei occhi hanno cominciato a vedere il mondo in maniera completamente differente rispetto al passato, mi sento rinato, una persona nuova e sicuramente completamente diversa da quella di una volta, questa è una cosa positiva e non passa giorno che io non ringrazi il cielo per questo magnifico regalo».

Torniamo al rap. C’è mai stato un momento – a seguito magari di una delusione umana – che ti ha portato vicino a chiudere col rap, perché disgustato dall’ambiente?

«Well, l’ambiente a dire il vero mi disgusta da un bel po’ di tempo. Tutti amici di tutti, tutti che si leccano il culo a vicenda per un tornaconto. Io a differenza dei miei “colleghi” conto gli amici all’interno della scena sulle dita di due mani, per tutti gli altri non provo nemmeno più pena. Molti di questi oltre ad aver perso la dignità e l’originalità, faccio fatica spesso anche a riconoscerli, a favore loro gioca il fatto che ognuno di questi puzza di merda in maniera differente, di conseguenza è più facile accostare nomi e ricordarsi le facce a seconda dell’odore che emanano».

Fabri Fibra? Fosse il nostro un problema inerente al lavoro, probabilmente ci potrei passare sopra, ma qui parliamo di una brutta persona, di conseguenza la porta di casa una volta chiusa non la si riapre più

Provo a farti una domanda un po’ diversa su Fibra: assieme avete vissuto un’esperienza esaltante (parlo dei tantissimi palchi condivisi) e anche una rottura clamorosa. Pensi che il tempo possa ricucire certi strappi fra voi due?

«No, mai».

Perché?

«Fosse il nostro un problema inerente al lavoro, probabilmente ci potrei passare sopra, ma qui parliamo di una brutta persona, di conseguenza la porta di casa una volta chiusa non la si riapre più. Che vada a scroccare il cibo a qualcun altro, ‘sto morto di fame».

Chi sono i tre migliori rapper, oggi, in Italia e perché?

«Allora, indubbiamente i nomi che vanno per la maggiore in questo momento sono Emis, Guè e Fedez, e su questo non ci piove. Ma senza dover per forza tirare l’acqua al mio mulino, a parer mio Jamil ed Egreen si stanno già prendendo quel che gli spetta, e nei prossimi mesi ne avrete la conferma».

En?gma della Machete Crew, in un’intervista al nostro sito, ha detto: «Le antipatie nel nostro ambiente ci sono, spesso celate da abbracci e baci di convenienza momentanea, ma ci sono. E non sono poche…». Che ne pensi?

«En?gma è un bravo ragazzo. I consigli che do a tutti sono sempre gli stessi: il primo è quello di guardare in casa propria prima di giudicare gli altri, il secondo è non abbracciare mai nessuno!».

Fedez a “X-Factor” come giudice, il successo a Sanremo 2014 di Rocco Hunt e la vittoria di Moreno ad “Amici” qualche anno addietro: il rap fa bene ad andare ad abbracciare ambiti nazional-popolari?

«Mi ricordo che durante il periodo del beef mio con Fibra, un fan mi inviò un link di un pezzo dove Fibra insultava pesantemente “Amici” e la De Filippi. Vedi, sono del parere che in certi ambienti puoi andarci da ospite e metterti in tasca il cachet che ti spetta, senza dover perderci la faccia. Se insulti i Talent quando ti fa comodo, dopodiché alla prima proposta d’ingaggio accetti rimangiandoti tutto quel che hai detto fino all’altro ieri, oltre a rendere pubblica la tua incoerenza dimostri anche di essere un morto di fame. Ultima cosa: Fedez e Rocco hanno una storia loro, hanno un seguito che si sono guadagnati con il lavoro e con la loro arte, Moreno invece è diventato qualcuno andando da sconosciuto ad un programma (io Moreno lo conoscevo di nome in quanto per un periodo ha “asciugato” Jamil per farsi dare il mio contatto: voleva ad ogni costo un featuring, mi scriveva mail su mail, ma mi faceva cagare e di conseguenza è stato rimbalzato). E’ andato a cantare tra l’altro le canzoni di altri artisti, non ha vinto di certo per le sue canzoni. Risultato? Moreno senza le cover ad “Amici” in questo momento sarebbe a tagliare i capelli nel suo salone, non è un rapper che merita rispetto».

In America sostengono che l’epoca d’oro del rap sia già bella che passata. Anche secondo te la parabola del genere è in netta discesa? Fra 10 anni sarà roba per nostalgici?

«Guarda, ho smesso di ascoltare Hip Hop anni fa, ora se capita, ascolto i lavori dei miei colleghi una volta ogni tanto giusto per rimanere informato su quello che accade in Italia. Di ascoltare gli americani che parlano di quanti soldi c’hanno e di quanti bagni in casa hanno mi son rotto le palle, un po’ come mi sono rotto di ascoltare determinati italiani che fanno lo stesso».

Tu con le Major ci hai lavorato. Che ricordi hai di quelle esperienze?

«Meglio farsi distribuire da loro, questa è la mia esperienza».

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