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SIMONA MOLINARI «Il mio desiderio è fare questo mestiere tutta la vita»

Casa Mia” è il nuovo disco di Simona Molinari, un lavoro grazie al quale la cantautrice si confronta con i grandi classici jazz, riproponendo alcuni standard secondo il suo stile musicale.

“Casa Mia” è il tuo quinto album e si porta dietro una carriera che, ad appena 32 anni, è già ricca di esperienze e collaborazioni. Quando a 8 anni hai iniziato a studiare canto, avresti mai scommesso su un quinto album? 

«A 8 anni sapevo che volevo fare la cantante, lo ero quando sognavo, quando giocavo, quando andavo a fare lezione e mi prendevo molto sul serio. Non sapevo che avrei intrapreso la strada discografica e fatto cinque album, ma sapevo che avrei cantato tutta la vita».

Il nuovo disco segna anche il tuo ritorno fra le braccia del jazz, un genere che spesso viene visto come “alto”, snob. Qual è il tuo rapporto con il jazz?

«Non credo sia un genere elitario. Credo solo sia poco sostenuto dai media, questo fa sì che solo un appassionato possa venirne a contatto e apprezzarlo davvero. A me piace il senso di libertà che mi dà. Ho avuto modo di ascoltare lo swing di Ella Fitzgerald da bambina e quella musica mi è entrata dentro».

Di recente sei diventata mamma. Questo evento in che misura ha modificato le tue priorità e finora come lo hai vissuto? 

«La maternità ha cambiato tante cose, priorità comprese. Mi sono presa un tempo per me. Ho smesso di scrivere, fare musica e cantare per diversi mesi e mi sono concentrata su di me, anzi su di “noi”. Sicuramente ci sarà un “prima” e un “poi”. Sto riprendendo a scrivere, è eccitante farlo ora con questo nuovo bagaglio di cose da raccontare».

Sei tornata in formissima in un lampo…

Sorride: «La natura pensa proprio a tutto».

Quali sono le voci che ti emozionano o che senti vicine al tuo universo musicale?

«Direi Ella Fitzgerald oppure, più attuale, Melody Gardot».

Siamo al conto alla rovescia. Pochi giorni e ripartirà Sanremo. Che ricordi hai delle tue esperienze al Festival? 

«Ho vissuto tre Festival di Sanremo, tutti e tre molto diversi tra loro. Nel 2009 come giovane in gara: ero tesissima e mi prendevo molto sul serio. Nel 2013 con Peter Cincotti, abbiamo giocato, ci siamo divertiti. Nel 2014 come ospite di Renzo Rubino, forse la partecipazione più emozionante. Abbiamo cantato un brano stupendo (“Non Arrossire”), poi Renzo è un artista sopraffino».

Quali altri canali, oggi, offre la musica italiana per guadagnarsi una ribalta? 

«Oggi la musica italiana purtroppo non offre molti canali».

Forse i Talent?

«I Talent formano le basi per una potenziale carriera soprattutto televisiva».

Esprimi un desiderio…

«Il mio desiderio è fare questo mestiere tutta la vita, per me la televisione o la radio sono il mezzo, non il fine».

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