Cinema2022

MEN Alex Garland

men

In tutta sincerità: non era il film che ci aspettavamo. L’abbiamo però capito dal secondo tempo in poi, perché la prima parte di “Men” è ben costruita: ottima caratterizzazione di tutti i personaggi in scena (compresi quelli di contorno), bellissima fotografia di Rob Hardy, l’intreccio psicologico passato/presente è intrigante e le musiche firmate (anche) da Geoff Barrow sono un bel plus. Insomma, tutto è apparecchiato bene. Fino a quando la sceneggiatura non imbocca la strada del surrealismo, dell’allegoria esagerata che vagamente (ma molto vagamente) rimanda al primo Cronenberg. Da lì in poi è un disastro.

La trama. Harper Marlowe decide di trascorrere una vacanza da sola nel piccolo villaggio di Cotson in seguito all’apparente suicidio del marito James. Nei flashback, viene rivelato che Harper, stufa dell’abuso e della manipolazione emotiva di James, intendeva divorziare da lui, portando James a minacciarla di suicidio. Dopo che James l’ha colpita, Harper lo ha rinchiuso fuori dall’appartamento prima di vederlo cadere da un balcone al piano di sopra e morire, parzialmente impalato da una recinzione.

Jessie Buckley è un’ottima (e credibile) protagonista: riesce a trasmettere senza pause i tormenti interiori del suo personaggio. Ottimo Rory Kinnear nel ruolo (subalterno) del padrone di casa – il suo personaggio andava valorizzato molto meglio. Peccato.

Con “Men”, Alex Garland sceglie una via impervia che lo porta a sbattere contro le sue stesse ambizioni, privando lo spettatore – ingolosito per quasi un’ora di proiezione da un vago retrogusto à la Haneke – di uno sviluppo serio e di un finale accettabile.

Review Overview

SCORE - 5

5

Pulsante per tornare all'inizio