TRIANGLE OF SADNESS Ruben Östlund
Sappiamo di scontentare qualcuno, ma a noi la poetica di Ruben Östlund proprio non piace, perché è sempre un po’ ruffiana e infarcita di quelle lezioncine sulla morale dei giorni nostri che alla fine sembrano robe da Sinistra al caviale. Ovviamente “Triangle of Sadness” non ci è piaciuto, nonostante il cast non sfiguri.
La trama. Carl, un modello sulla tarda ventina (il “triangolo della tristezza” del titolo si riferisce, in termini di chirurgia estetica, alla zona tra gli occhi in cui si concentrano le rughe), si sente insicuro perché la sua fidanzata Yaya, anch’essa una modella, guadagna considerevolmente più di lui, mentre la sua carriera è in crisi. Dal canto suo, lei pare non sapersi decidere se considerare la loro una vera relazione o solo l’ennesimo espediente di facciata volto solo a guadagnare follower online. I due vengono invitati gratis a una lussuosa crociera alle Bermuda in cambio della pubblicità social che possono offrire in qualità di influencer. Da qui in avanti accade di tutto…
Nel cast salutiamo con grande gioia la presenza di Zlatko Burić, un mito vivente per quanto ha dato, ad esempio, nell’epica trilogia “Pusher”. Lui e Woody Harrelson mettono in atto una delle scene migliori del film, quella della nave nella tempesta. Ecco, quello sì che è ottimo cinema, una delle cose migliori viste sul grande schermo in questi anni. Il resto del cast si muove bene e asseconda l’idea del regista di dare anche a questa sua opera – lo aveva già fatto in “The Square” – un taglio moralistico ammantato di commedia e satira spiccia.
Il finale è banale e pretenzioso. Ma il problema della pellicola non è il finale, semmai tutto quello che c’è prima.