IN "FIVE SONGS" CI SONO LE CINQUE CANZONI PREFERITE DI...
Home > Recensioni > Alternative > SLAVES OF LOVE AND BONES

SLAVES OF LOVE AND BONES Real Fake Music

Il progetto Slaves of Love and Bones nasce agli inizi del 2013, nel cuore della città di Avellino. "Real Fake Music" è un disco dove l'elettronica è calda, mai asciutta o troppo severa. C'è sempre una finestra aperta verso il pop, tanto per intenderci. - questi ultimi soprattutto in "Inside". Nel…

Score

QUALITA' - 62%

62%

62

SLAVES OF LOVE AND BONES real_fake_music

Il progetto Slaves of Love and Bones nasce agli inizi del 2013, nel cuore della città di Avellino. “Real Fake Music” è un disco dove l’elettronica è calda, mai asciutta o troppo severa. C’è sempre una finestra aperta verso il pop, tanto per intenderci. I riferimenti da citare? Molteplici, perché il suono della band campana è derivativo ai massimi livelli e non fa nulla per nascondere le influenze, quindi elettronica inglese a piene mani, qualche fascinazione americana e poi rock. Per fare una sintesi: Nine Inch Nails, Duran Duran, Tools, A Perfect Circle – questi ultimi soprattutto in “Inside”.

Nel complesso “Real Fake Music” è un album che si lascia ascoltare (7 pezzi per 28 minuti di musica) e va pesato per quello che è e che può dare: un compact che non ha un suo suono, ma prova ad accarezzare la mano (musicale) che lo ha nutrito, però, messo da parte questo evidente limite, e accertato che non ha nulla da insegnare all’ascoltatore, il disco intrattiene benissimo. Insomma, senza infamia e senza lode. C’è di meglio in giro, ma anche di molto peggio. Il brano migliore? “The Endless and Beautiful Forms”.

Tag