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BADLY DRAWN BOY «Io sono la persona meno adatta per lanciare mode...»

Te lo vedi sul palco, Badly Drawn Boy, e tutto sembra tranne che la stessa persona che ha guadagnato pagine (e paginate) sui magazine di mezza Europa in questi ultimi anni. Anzi, se qualcuno non lo conoscesse, potrebbe finanche passargli agli occhi per un emergente, perché Damon Gough non ha nessuna postura da star, nessun atteggiamento, niente di niente.  

Partiamo da una delle tue grandi passioni: le colonne sonore. C’è qualche film del passato o recente che ti sarebbe piaciuto musicare?

«Mi piace molto la colonna sonora de “Il Laureato”, mi sarebbe piaciuto averla scritta e credo che in qualche maniera abbia ispirato la colonna sonora che ho fatto per “About A Boy”, sia musicalmente che come intensità di sensazioni».

Come ti senti nel sapere che il tuo cappellino è diventato anche parte della moda di altre persone. 

«Non voglio avere crediti per aver lanciato una moda – ride -, credo che indossare il cappello sia una cosa molto comoda e magari i ragazzi ai miei concerti lo indossano anche come omaggio nei miei confronti, ma ripeto: sono la persona meno adatta per lanciare mode».

Perché il cappellino?

«Ho iniziato anni fa a portarlo per caso, proprio durante qualche concerto e mi sono sentito a mio agio. E’ anche comodo perché non devi preoccuparti delle pettinature o di un certo stile, è come se fossi sempre pronto per esibirmi».

La tua passione per le foto quando è nata e cosa ti attrae di esse? Hai attrezzature specifiche? Digitali low-cost?

«Sono sempre stato attratto dalle foto ma in realtà la passione viene da quando ho l’IPhone; trovo che sia il metodo migliore per fotografare perché ha una buona qualità ed è immediato e semplice, lo porto sempre con me, così posso catturare i momenti migliori all’istante».

Il Boss è uno dei tuoi miti: l’hai mai conosciuto? Quale delle tue canzoni pensi che gli si adatterebbe bene?

«L’ho incontrato diverse volte: è sempre stato molto cordiale, non posso dire che siamo amici, c’è una conoscenza poco profonda, ma ogni volta che ci incontriamo è sempre un piacere. Non sarebbe facile scegliere una mia canzone da fargli (ipoteticamente) cantare, in generale credo non sia facile scrivere una canzone per Bruce».

Manchester che città è per fare musica? Hai mai conosciuto i fratelli Gallagher degli Oasis?

«Conosco tanti dei nomi usciti da Manchester: i Gallagher, Andy Rourke, Ian Brown, tutti, insomma. Credo che Manchester, anzi la gente di Manchester, anche per il fatto che da questa città siano emersi grandi nomi, è molto attenta alla musica, alle novità, quindi ti concede interesse, attenzione e sostegno».

Damon che persona è fuori dal palco?

«E’ molto simile, per non dire uguale. Una persona normale, che cerca di vivere in maniera normale con la famiglia, i figli, gli amici e le proprie passioni, cerco di non atteggiami mai da star, scrivo canzoni, ma vivo la mia vita in maniera molto serena».

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