JUNE AND THE WELL Gudiya
“Gudiya” non è un brutto disco, ma l’ispirazione appare e scompare in un gioco di corrente alternata che illumina tanto ma non gli angoli. Gli italianissimi June and the Well suonano bene – in alcuni brevissimi passaggi i lori intrecci basso+chitarre+batteria rimandano a certe cose degli Smashing Pumpkins, ma si tratta di semplici fascinazioni, anche perché la band all’aggressività preferisce un approccio più morbido e un rock maturo. Per certi versi – sempre nel gioco dei rimandi – assomigliano molto ai Toad the Wet Sprocket.
Dicevamo del suono, anzi, della tecnica. I June and the Well suonano bene e non ci sono grosse sbavature nelle loro esecuzioni. Questo contribuisce a rendere l’ascolto estremamente fluido.
Sei i brani in scaletta, tutti carini ma per lasciare il segno in una scena indipendente ultra generosa di proposte ci vuole ben altro…