ELLI DE MON Songs Of Mercy And Desire

Elli de Mon ci sa fare, e il suo blues desertico – in certi frangenti, ad esempio “Elegy” – rimanda anche alla primissima PJ Harvey. Ma è tutto l’album ad avere una tensione sotterranea che porta l’ascoltatore in una dimensione “altra”, intima, a tratti confidenziale.

Nel gioco di accelerazioni e frenate, a noi “Songs Of Mercy And Desire” piace parecchio quando abbassa i ritmi.

Un disco funziona quando, al di là della passione che può avere l’ascoltatore per un genere o per un altro, alla fine riesce a comunicare un messaggio e a farsi notare. In quest’ottica, la scommessa di Elli de Mon è stata vinta su tutta la linea: le sue undici canzoni hanno personalità varie e accattivanti, impossibile non cadere nella rete della cantautrice italianissima (al di là del nome d’arte scelto), che omaggia il Bel Paese con pochi rimandi, forse il talento italico per la melodia, ma in generale “Songs Of Mercy And Desire” è un disco internazionale.

In conclusione: colpo di fulmine al primo ascolto.