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CANESECCO «Sono stato "nessuno" per gran parte della mia vita, fatico oggi a vedermi come una celebrità»

Real” è il nuovo lavoro del rapper romano CaneSecco. Il suo è un percorso che ha radici lontane e che racconta – ovviamente in parte – uno spaccato dell’immensa scena capitolina, in costante equilibrio fra vecchi miti e giovani ruspanti.

Partiamo dal 2010 e dal successo di “Tecniche Perfette”, un contest popolarissimo in ambito hip hop. Cosa ricordi di quella esperienza?

«Ricordo poco, a parte la tensione e l’adrenalina. Sono passati più di sei anni da quella sera e ne sono successe veramente tante in questi anni, mi piacerebbe che ci fossero più filmati dell’evento, ma purtroppo all’epoca non c’era la stessa attenzione di oggi sul genere e molti episodi epici sono andati perduti e restano vivi solo attraverso la memoria di chi era presente».

In finale all’epoca battesti Moreno. Lui ha poi vinto “Amici” e Fabri Fibra ha fatto parecchi soldi investendo su di lui. Mi dici la tua sui Talent? Pensi siano una vetrina necessaria per gli emergenti?

«Questa dei Talent sta diventando vecchia come polemica, ormai direi che siamo tutti maturi abbastanza per metabolizzarli come realtà. Io personalmente non sono mai stato interessato all’argomento e col mio lavoro dimostro che è possibile farsi spazio anche senza appoggiarsi a nessuno, ma questo non significa che abbia qualcosa contro chi sceglie questo percorso».

C’è differenza tra un Talent e Sanremo, oggi?

«Per quanto riguarda Sanremo, reputo il Festival la Champions League dei Talent in Italia».

Arrivi da una città che ha mille anime, cioè Roma. In che contesto sei cresciuto e soprattutto con quali miti sei maturato?

«Sono nato e cresciuto nello stesso quartiere dove vivo ancora oggi, ossia Tor Bella Monaca, nell’estrema periferia romana. Mi sono avvicinato all’hip hop da giovanissimo e questo movimento mi ha dato le basi per farmi una cultura su argomenti distanti da quelli che insegnano a scuola. Nel corso degli anni questa passione mi ha fatto conoscere realtà, luoghi, artisti e persone che mi hanno reso ciò che sono ora. In particolar modo, inizialmente, mi hanno influenzato gruppi come Cor Veleno e Sottotono e artisti internazionali come Tupac, Biggie e tutti i grandi nomi della Golden Age. Poi però crescendo mi sono innamorato dalla roba che ascoltavano i miei fratelli negri, più che altro musica latina e africana. Ho sempre faticato ad inserire queste influenze nella mia musica, ma ultimamente sono attratto dalle sonorità più disparate ed ascolto veramente di tutto – a volte i miei amici si lamentano perché in macchina pompo musica che nessuno si aspetterebbe da me, ma sono “xtreme” davvero, mica scherzo».

Hai parecchio seguito sui Social e non solo. Quanto è gratificante la popolarità? 

«La popolarità è un’arma a doppio taglio. Ho visto molti amici rovinarsi la vita per inseguire chimere di fama e successo. Io fortunatamente sono stato “nessuno” per gran parte della mia vita e fatico oggi a vedermi come una celebrità, perciò continuo a vivere la mia vita di sempre».

Se guardiamo le classifiche di vendita, Fedez, Fabri Fibra, Guè ed Emis Killa sono gli artisti che hanno monopolizzato il mercato negli ultimi anni. Sono loro il meglio del rap italiano? Ti senti rappresentato da loro?

«Sono sicuramente tra i migliori, poi ognuno ha i propri gusti, ma è innegabile che stanno dove sono anche grazie all’impatto che hanno sul pubblico. Ci sono artisti altrettanto validi che come me faticano a farsi strada nell’industria musicale, ma è un altro discorso. Io personalmente tendo a ringraziarli per il fatto che con la loro musica avvicinano molta gente al nostro genere e di conseguenza anche alla mia musica».

“Real”, il nuovo album, è una tappa di avvicinamento verso un tuo obiettivo ben preciso oppure è un disco che in qualche modo ridefinisce “soltanto” i contorni del tuo stile?

«Questo nuovo album è solo un nuovo capitolo della mia discografia. La mia musica è come una serie tv, ogni album è una stagione ed ogni canzone è un episodio. Per questo consiglio sempre ai nuovi followers di recuperare anche i miei lavori precedenti, per comprendere al meglio la natura dei miei testi».

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