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MARCH DIVISION Rain Empire

march division

La proposta non è originalissima – perché già battuta a livello sonoro a ogni latitudine – ma il pop elettronico dei March Division è ugualmente una bella botta, sia perché dura uno sproposito (quasi 60 minuti) sia perché quasi tutte le canzoni hanno ritornelli così validi che sinceramente selezionare un brano piuttosto che un altro da mettere nella propria playlist è una prova ardua.

Rain Empire” va oltre i suoi limiti (una certa ripetitività negli arrangiamenti) e si fa ben volere al primo ascolto, per due ragioni chiare: è un album generoso di potenziali singoli e piace sia quando fa il verso ai migliori Planet Funk, sia quando decide di abbassare i toni e confrontarsi con le ballate – in questo senso vi consigliamo l’ascolto di “Bleeding Star”, un pezzone.

Come detto in precedenza, quasi 60 minuti di musica sono uno sproposito, ma consideriamolo un omaggio agli Anni Ottanta, immaginario che indubbiamente affascina i Nostri, un periodo storico dove l’ascolto dei dischi era un rituale che richiedeva tempo e pazienza, e quindi le proposte “extra large” non destavano alcuna preoccupazione. Nel caso di “Rain Empire” servono solo il tempo e la voglia di spegnere la testa: qui non ci sono particolari insegnamenti da cogliere, le canzoni prendono per mano l’ascoltatore e lo trasportano in una dimensione “altra” dove la leggerezza comanda. Insomma, uno dei migliori album italiani del 2019.

Review Overview

QUALITA' - 69%

69%

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