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MARCO SELVAGGIO The Eternal Dreamer

marco selvaggio

La prima cosa da sapere del catanese Marco Selvaggio è che suona l’hang. E che cavolo è l’hang? Si tratta di uno strumento idiofono svizzero molto raro, di metallo e inventato recentemente. A vederlo sembra un’astronave.

“The Eternal Dreamer” (Waterbirds Records) è un disco che ha come strumento cardine appunto l’hang, con musiche e testi scritti da Marco Selvaggio; a cantare però sono artisti nazionali e internazionali: Daniel Martin Moore, Dan Davidson dei Tupelo Honey, Haydn Cox, Anne Ducros, Sidsel Ben SemmaneHazel TrattThe Niro. Insomma, un album vario, che proprio per la varietà di interpreti presenti fatica un po’ a trovare una propria identità. Quello di Selvaggio è essenzialmente pop notturno. Come prodotto di intrattenimento supera l’esame a pieni voti, perché la scaletta è ben calibrata e tutti i brani riescono ad accompagnare l’ascoltatore all’episodio successivo. Se però la valutazione è sull’originalità della proposta sonora, allora qualche dubbio si fa strada. Quindi? Fossimo costretti a definirlo in poche parole, potremmo dire che “The Eternal Dreamer” è un album piacevole da ascoltare ma nessuno degli interpreti chiamati ad arricchirlo è riuscito a raggiungere l’obiettivo – ad esclusione di Daniel Martin Moore nella title track.

I brani migliori? Consigliamo le strumentali “Lybra”, “Etna” e “Palm Street”.

Review Overview

QUALITA' - 60%

60%

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