TERSØ Fuori dalla Giungla
Beh, che dire di questo “Fuori dalla Giungla” per giustificare una recensione che potrebbe tranquillamente essere telegrafica? Perché l’album dei bolognesi Tersø è bellissimo, è la faccia pulita del pop contemporaneo, quindi elettronica, synth eterei, testi obliqui, una produzione perfetta e il mixaggio del sempre bravo Marco Caldera. Aggiungete che il basso elettrico ne “Le promesse” è suonato da Bruno Belissimo, e il quadro è ulteriormente impreziosito.
In scaletta 9 pezzi per 32 minuti di musica. La voce di Marta Moretti non è particolarmente espressiva ma è perfetta per queste canzoni che sembrano pagine di diario o cronache di una provincia… metropolitana.
Il singolo “Lynch” assomiglia a un pezzo scritto a 6 mani da TheGiornalisti, Bluvertigo e Soerba, ma le canzoni-killer del compact sono altre, ovvero “Stramonio”, “Le promesse” e “Petali”. Tre episodi che mettono d’accordo generazioni diverse e che sono confezionati così bene che sarebbe un delitto non promuoverli a singoli.
In conclusione: un disco ben piantato nel contemporaneo ma che in una certa misura rimaneggia e svecchia il cantautorato italiano.