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MONDO MARCIO «A sedici anni scattavo fotografie della mia vita, ora faccio la stessa cosa ma dieci anni dopo»

La Freschezza del Marcio” è il settimo album di Mondo Marcio. Un disco contenente sedici tracce e collaborazioni con alcuni dei rapper più influenti come J-Ax, Ghemon, Gemitaiz e Clementino. Il lavoro segna un punto importante nella carriera del cantante che a trent’anni pubblica un album ricercato ed elaborato. L’abbiamo intervistato.

Cosa rappresenta per te “La Freschezza del Marcio”?

«Il disco è il frutto di una grande ricerca musicale durata molto tempo. Il panorama italiano non è molto vario, così sono andato a caccia di suoni originali e non banali. Non ho cercato un producer o collaborazioni con nomi famosi, ma ho semplicemente dato priorità alla musica. Oggi sono molto più coraggioso rispetto al passato e ho deciso di spogliarmi di tutto facendo un quadro di me stesso. In questo album mostro tutti i miei lati scattando la fotografia della mia persona».

Com’è nato il singolo omonimo?

«Ero a New York, seduto sul divano e ancora un po’ stordito dal jet lag del volo. In quel momento stavo guardando un film di “Starsky & Hutch” in tv e mi è improvvisamente venuta voglia di riproporre il groove anni ’70 nel 2016».

Questo album raccoglie molte influenze.

«Sì, il disco racchiude generi e sonorità diverse. Fin da piccolo ho sempre ascoltato un po’ di tutto, dal rock dei Green Day, al soul passando per il jazz e la Motown. Nell’album c’è il coraggio di far uscire questi suoni, ad esempio il brano “Lost in the world” è nato a Londra dall’incontro con un fonico greco e un artista del luogo nei quali ho ritrovato la mia stessa voglia di fare musica».

Nella cover appari a torso nudo…

«Non è voglia di apparire ma di essere onesti, voglia di togliermi la maschera e mettermi a nudo».

Qual è la situazione musicale in Italia?

«Se vuoi avere successo devi provenire dall’estero o essere passato attraverso una vetrina. In passato era diverso, ad esempio Lucio Dalla e Renato Zero dicevano qualunque cosa volessero, oggi c’è più paura e vige la regola letale che vali quanto il tuo ultimo singolo. Avere coraggio fa bene alla musica».

Il rap in Italia?

«C’è un po’ troppo protagonismo, negli ultimi anni il rap è esploso ma oggi si parla di rap più come fenomeno che genere».

Chi è il tuo pubblico?

«Chiunque ha voglia ascoltarmi, non voglio pensare a un pubblico preciso».

Sanremo o fare il giurato in un Talent. Che ne pensi?

«Non voglio entrare nei dettagli, mi limito a dire che non c’è nulla di male. Non è importante cosa fai, ma in che modo. Quest’anno Clementino e Rocco Hunt sono andati a Sanremo rispecchiando la richiesta di musica che c’è in Italia, anzi, c’erano pochi rapper per la domanda di oggi».

Come sei cambiato dal primo enorme successo del 2006?

«A sedici anni scattavo fotografie della mia vita, ora faccio la stessa cosa ma dieci anni dopo».

Matteo Rossini
(www.notespillate.com)

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