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EVA’S MILK Eva's Milk

EVA'S_MILK

Non è un disco facilissimo, il nuovo (omonimo) degli Eva’s Milk. O meglio: se si tratta soltanto di ascoltarlo, va giù che è un piacere, ma se si tratta di dargli anche una valutazione le cose si complicano, perché ci sono intuizioni molto carine e scelte che dall’esterno appaiono di difficile comprensione. Una su tutte: i continui cambi di atmosfere che disorientano l’ascoltatore e che danno la sensazione di un lavoro nato per sintesi, non molto lineare, somma di tante idee diverse. Ciò che ci sentiamo di premiare è senza dubbio la capacità dell’album di intrattenere il pubblico senza annoiarlo e diverse tracce hanno una discreta fruibilità pop. Insomma, un compact anarchico che però cerca di dialogare con l’ascoltatore, a volte rassicurandolo (come nel caso di “Fontanelle” e “Lì è il domani”), altre volte spiazzandolo (come nel caso di “Consolamentum” o “Justine”). Il pezzo che però preferiamo è “Odio i Rockets”.

Per questo disco la band ha preso in mano tutto il processo produttivo, dalla registrazione al missaggio, ad eccezione del mastering dove dietro ai macchinari si è piazzato Chris Hanzsek, grosso calibro direttamente da Seattle, già al lavoro coi Soundgarden, tanto per fare un nome.

Classico album che in fondo in fondo ti sentiresti di bocciare perché forse non l’hai capito del tutto, ma il rimorso è lì che ti guarda mentre stai segnando il voto

Review Overview

QUALITA' - 60%

60%

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