CANEDA «Non bisogna credere a nessun artista in generale»
E’ uscito da poche ore il video di “Zoe“, singolo pubblicato da Caneda lo scorso 21 novembre in tutti i digital store per Honiro Label. Il brano, prodotto da Marco Zangirolami, è il primo ufficiale per l’eclettico rapper di Milano, dopo svariati mixtape pubblicati in free download. Il videoclip, diretto da Fabio Tartaglia, attraverso la proiezione di fotogrammi di film che hanno fatto la storia della cinematografia, crea un connubio tra immagini e la poesia visiva creata ad arte da Caneda.
Partiamo da “Zoe”. Il ritornello si presta a tante considerazioni. Tu dici che “le canzoni sono bugie con la musica sopra”. Ma se non si può credere neppure alle canzoni, a cosa ci si può aggrappare oggi? Alla politica? Alla tv? Insomma, per molti le canzoni sono un’ancora di salvezza formidabile.
«Non credo ci si debba fidare, affidare o aggrappare alle cose al di fuori del nostro corpo, cioè persone, parole, libri, religioni, partiti, canzoni. Le risposte sono tutte inserite dentro di noi dal giorno in cui siamo nati. L’arte esiste solo per farci sognare, per stupirci e per farci crescere come specie. In questo pianeta c’è sempre il bisogno di credere in qualcosa al di sopra, ma al di sopra non c’è niente, tranne altri pianeti in cui credono la stessa cosa».
Si può credere ai rappers? Consiglieresti mai a un adolescente di avere fiducia in ciò che scrive un rapper?
«No».
Perché?
«Non bisogna credere a nessun artista in generale».
Tu hai vissuto diverse fasi del rap in Italia. Quella attuale che fase è? Chi sta portando originalità sulla scena?
«Quelli giovani, quelli nuovi. Il rap come tutta la musica è e deve stare in mano ai giovani. I nuovi artisti hanno capito che il rap cambia in continuazione: o cambi con lui o suonerai subito datato. Bisogna sempre essere aggiornati sulle metriche, sui concetti, sul look. Seguire quello che succede in America dove il rap cambia da un mese all’altro, come la società. E’ l’unico modo per portare il rap italiano al livello di quello francese e quello tedesco. Chi ti dice il contrario è solo perché è vecchio».
Chi ti piace fra i giovani?
«Rovazzi, Isi Noice, Enzo Dong, Laioung, Sfera Ebbasta, Gemitaiz e Madman».
Sei uno che si legge tutti i commenti su YouTube? C’è chi è rimasto deluso (in pochi, per la verità) perché “Zoe” non è rap. Certe cose ti infastidiscono o non ci badi?
«E’ giusto accettare quello che uno scrive, se no fai prima a non pubblicare musica in rete. Ma sono io che decido cosa è rap e cosa non lo è».
Dopo “Zoe” cosa bisogna attendersi?
«Nei prossimi mesi usciranno un po’ di collaborazioni con altri artisti».
Un album? Ti sei dato delle scadenze?
«Sulle scadenze sono un po’ in ritardo, ma ora sono sui video, tra poco uscirà un sito/archivio dove si potranno ascoltare tutti i miei mixtape in streaming e scaricarli gratuitamente: si chiamerà RadioNeda».