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DJ MYKE «Se parliamo di classifiche questo è stato l'anno dei personaggi più che della musica»

Ultima intervista del 2016. E per l’occasione abbiamo chiesto a un vero cultore del suono un parere sulle mode musicali che hanno cavalcato l’onda nell’ultimo anno. A Dj Myke (www.micioneromusic.com) abbiamo chiesto anche un parere sulla trap e abbiamo scoperto che poi tanto nuova non è…

dj myke logoSe guardiamo le classifiche, il 2016 sembra aver portato poche novità. Nel mondo, in America soprattutto, continuano a spopolare i brani che partendo dall’r&b, mettono sopra un po’ di rap o un filo di elettronica. E’ stato un anno davvero piatto dal punto di vista musicale?

«Per quanto riguarda le classifiche sono assolutamente d’accordo con te, ma le novità di solito non arrivano dalle classifiche. Questo è stato l’anno, a mio avviso, dei personaggi più che della musica se parliamo di classifiche. Con questo utilizzo massiccio di alcuni social, l’immagine e la provocazione sono diventati dogmi, infatti hanno fatto grandi successi discografici anche personaggi che fino a ieri erano lontani dalla musica, ma comunque anche questo aspetto non è una novità, se un po’ conosci la storia della musica pure gli Anni ’80 erano così. Più in generale sono uscite anche diverse cose interessanti sia dal punto di vista di produzione che dei testi ma queste novità le classifiche Fimi – sorride – le vedono col cannocchiale».

In Italia abbiamo scoperto la trap… 

«Non so se tutti ‘sti pischelli che fanno trap (come genere ultragiovane) lo sanno che la trap ha avuto origine a metà Anni Novanta a Miami e subito dopo ha preso piede in Inghilterra. Mi sa che forse, da quello che dicono e scrivono taluni, sulle origini di questo genere c’è parecchia ignoranza…».

In Italia però è arrivata solo di recente…

«Posso dire che in Italia siamo sempre troppo indietro? Posso dire che bisognerebbe avere meno imprenditori della musica e più creativi? Sì, lo so che gli imprenditori quelli veri servono come l’acqua, ma se siete tutti imprenditori ecco qua che alla fine non avete un cazzo di nuovo da vendere…».

E’ un genere che ti incuriosisce la trap?

«Certo che mi incuriosisce. Nei miei set passo alcuni brani, poi essendo la trap, diciamo, downbeat e sincopata, mi diverte molto suonarla perché offre svariate possibilità di interventi».

Se dovessi citare un paio di brani del 2016 veramente imperdibili, quali sarebbero le tue opzioni?

«Direi Invisibl Skratch Piklz con “Ultimate” e Radiohead con “Identikit“».

All’inizio ha spopolato in ambito pop, e ora sembra sia diventato un mezzo imprescindibile per moltissimi rapper. Mi dici la tua su auto-tune? 

«Usata come se non ci fosse un domani, troverei insopportabile anche la voce di Maria Callas. L’effetto non mi dispiace affatto, l’utilizzo spropositato (con la scusa del genere musicale – pessima scusa) non lo capisco proprio».

Hai 40 anni, quindi hai vissuto l’influenza degli Anni Ottanta, sei cresciuto con gli Anni Novanta e ti sei affermato come artista negli Anni Duemila. Hai nostalgia di un periodo (musicale) in particolare? 

«Te la faccio breve, direi gli Anni ’80 perché ero piccolo e di gomma e di tutte ‘ste dinamiche idiote sulla musica non me ne fotteva nulla».

Mi dici brevemente qualcosa sugli altri due periodi citati?

«Anni Novanta: il djing, il grunge, la big beat, il trip hop, la lira. Anni Duemila: internet».

Che anno sarà il 2017 per DJ Myke?

«Non so cosa riserverà il 2017. Intanto – sorride – c’è il 17 che mi sta simpatico».

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