IntervisteStraniero

BILLY THE KID Musica Canadiana in bilico tra speranze e insicurezze

Horseshoes and Hand Grenades” è il quarto album per Billy The Kid, giovane cantautrice canadese di Vancouver. E’ stato prodotto da Frank Turner e mette assieme rock e folk. Tante le curiosità attorno al disco, a partire dalla copertina.

 

Non sembri una ragazza che ha paura di nascondere qualcosa. Com’è nata quindi l’idea di nascondere il tuo viso sulla cover del nuovo album?

«L’immagine della bocca che è coperta da qualcuno è simbolica per me. Si lega con l’idea di fortuna e distruzione (da qui il titolo dell’album “Horseshoes & Hand Grenades “) e il concetto di essere sul punto di qualcosa».

Hai paura della tua bellezza?

«Io non credo di essere bella, ma vorrei che non fosse importante in entrambi i casi. Voglio solo fare canzoni».

Nel mio nuovo disco cerco di comunicare la speranza in una situazione senza speranza. Solidarietà in solitudine. Cameratismo in indipendenza

Hai un sacco si tattoos. Uno di essi recita “Today=Best Day Ever!!!”, cioè “Oggi=Il Miglior Giorno Mai Esistito!!!”. Ma noi viviamo un’epoca strana, non trovi? Forse è più semplice cercare dei “good days” nel futuro piuttosto che nel presente. Che ne pensi?

«Cerco sempre di rimanere positiva nella mia vita, ma devo anche essere onesta circa il fatto che a volte io sono a conoscenza di questi “tempi strani” e li vivo e li subisco come qualunque altra persona. Il tatuaggio è più un promemoria per cercare di rendere ogni giorno il meglio che si può, indipendentemente da cosa possa succedere. Non è facile, lo so, ma il mio impegno è finalizzato a trovare comunque quello che di positivo il presente può offrirci».

Il tuo progetto è pieno di influenze. Hai mai pensato di dare un nome al tuo genere?

«Sì, nell’ultimo periodo ho preso a chiamare la mia musica “Canadiana”. Che è anche un modo per rimarcare le mie origini».

Quali sono i messaggi contenuti in “Horseshoes & Hand Grenades”?

«La speranza in una situazione senza speranza. Solidarietà in solitudine. Cameratismo in indipendenza. Aver voglia di cercare sempre qualcosa, essere sul punto di trovare quel qualcosa, e forse non essere sicuri di quello che potrebbe essere».

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