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FEEXER Don't Bother

feexerL’album d’esordio di Feexer dal titolo “Don’t Bother” è un miscuglio di generi, ma è anche un crocevia dal quale per forza di cose dovrà – in futuro – partire qualcosa. Ma procediamo con ordine. Feexer, al tempo stesso moniker dell’artista e produttore modenese Manuel Ciccarelli e nome della band, ama mescolare gli opposti – si legge nel comunicato stampa.

In questo esordio si è indubbiamente fatto prendere la mano – aggiungiamo noi – perché strizzando il suo disco, non si intuisce una cifra stilistica: talvolta il disco ondeggia verso il rock Anni Novanta, un po’ verso il folk, un po’ verso l’elettronica, un po’ verso i Radiohead, un po’ verso il pop etereo degli Anni Duemila. In questo vortice, il povero ascoltatore resta senza appigli, perché al netto della qualità di un paio di canzoni (le iniziali “What It Takes” di stampo Bush, e “Bloody”) poi il resto si guarda troppo i piedi perdendo la cosiddetta “strada di casa”.

Morale: vogliamo immaginare “Don’t Bother” come un crocevia per l’artista. Ok Feexer, davanti ti sei aperto un sacco di strade, ora imboccane una e facci vedere se ci sai fare.

Review Overview

QUALITA' - 58%

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