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MORGAN «Credo di essere il sottovalutato per eccellenza, ma non chiedetemi il “perché”»

«Il mio rapporto con l’amore? Quando sono innamorato perdo completamente il lume della ragione, divento un altro, in quei momenti per me conta solo la persona che sto amando». L’amore per la musica, l’amore per la notte, l’amore per le opere di Fabrizio De Andrè. Marco Castoldi, in arte Morgan, è un uomo che quotidianamente si confronta con l’amore.

Iniziamo da De Andrè. Secondo te, il grande Fabrizio è stato…

«Un esempio, un concentrato di originalità. In Liguria c’è “qualcosa” nell’aria, e lui ha respirato quel “qualcosa”».

Molti sostengono che caratterialmente tu e De Andrè sareste potuti andare d’accordo, che ne pensi?

«Io non ho conosciuto Fabrizio, però da quello che ho scoperto anche lui, come me, era un personaggio nottambulo, uno che amava il buio, le zone d’ombra. Per me la notte è una preziosa risorsa creativa».

Qual è il De Andrè che ti ha sempre affascinato?

«Quello “arcaico”, quello che si rifaceva alla chanson del ‘400. Quel De Andrè mi è sempre piaciuto parecchio».

Chi ha raccolto l’eredità di De Andrè in Italia?

«Nessuno».

La scena italiana, dunque, è così povera di talento?

«Nel nostro Paese si rischia poco, non c’è audacia musicale, è questo il grosso male della nostra epoca artistica».

Veniamo a te. Rispetto al tuo talento, forse hai raccolto meno di quanto seminato…

«Credo di essere il sottovalutato per eccellenza, ma non chiedetemi “perché”, a questa domanda dovreste rispondere voi giornalisti».

Forse è tutta colpa del tuo carattere scontroso e del tuo essere fuori dagli schemi. Che ne pensi?

«Chi mi conosce sa che non sono scontroso».

Aiutaci: com’è Morgan distante dalle luci della ribalta?

«Ironico, generoso, autentico».

Sai che molte donne ti considerano un sex symbol?

«Non mi reputo tale, ma se qualcuno lo pensa, non me la prendo di certo».

A chi invece ti definisce un intellettuale cosa rispondi?

«Lo sono, ho un intelletto e dunque sono un intellettuale. Però non sono uno di quelli con gli occhialini tondi ed i libri sotto il braccio, sono un uomo che sa dare il giusto peso specifico ad una bella conversazione con una persona intelligente».

Hai paura della morte?

«I morti non mi spaventano, mi spaventano gli uomini cattivi, gli yuppies della New Economy, quelli che sono forti coi deboli, e deboli coi forti. Ho paura degli uomini di potere».

Cosa ti ispira?

«Tutto ciò che vedo: una pianta che cresce, le reazioni degli altri, un sms».

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