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DANIELE SILVESTRI «In questo nuovo album ho lasciato molto spazio all'improvvisazione»

Acrobati” è il titolo del nuovo album di Daniele Silvestri. Un disco straordinariamente ricco di contenuti e di musica, da cui emergono l’entusiasmo e l’urgenza creativa di Silvestri. Un sound potente, che spazia agilmente tra generi di musica diversi: dal rock al funky, dalla canzone d’autore all’elettronica.

Nel disco ci sono varie collaborazioni. Come è nata quella con Caparezza?

«Era da una vita che entrambi volevamo collaborare; questa volta mi sembrava di avere per le mani un giro strumentale adatto e ho pensato che nessuno, meglio di lui, potesse giocare con una parola: sale. Il brano è “La guerra del sale”. Sono particolarmente felice di questa collaborazione».

Ci sono due canzoni con Diodato.

«Il suo intervento in questo disco è molto delicato, il suo è più un contributo d’anima. Non mi vengono in mente molte altre persone che lo avrebbero potuto sostituire».

Quanto parla di attualità “Acrobati”?

«Ho cercato di evitare l’attualità però è comunque presente, ad esempio nella canzone “Bio-Boogie”. Mi sento meno predisposto e con meno diritto di raccontare il presente anche per l’età che ho, 47 anni. Ciò che mi sembra di poter fare alla mia età è cercare di raccontare storie e mettere l’ascoltatore in un’identità più fanciullesca. E’ un disco più poetico che politico ma politico in maniera meno esplicita».

Partirà da Genova il 10 marzo e sarà il suo primo tour nei teatri. Come lo affronterà?

«E’ stato deciso molto tempo prima di registrare il disco, ora a posteriori ho capito che è un’idea perfetta. Cercherò di coinvolgere gli spettatori ed entusiasmarli con delle acrobazie e a un certo punto svelerò tutti i trucchi come alcuni maghi fanno, per svelare come nascono certe cose».

Certe sue canzoni sono difficili da ascoltare stando seduti in poltrona: come si dovrà comportare il pubblico?

«Sto cercando di studiare lo spettacolo facendo sì che a un certo punto ci si alzi».

Questo album nasce da appunti su un iPhone: che significa?

«E’ stato registrato in presa diretta, non ci sono stati montaggi o studi sui brani in precedenza, ho lasciato molto spazio all’improvvisazione. Si può dire che i brani sono stati creati negli studi di registrazione».

Ha parlato di un disco registrato live, le canzoni rimarranno tali o cambieranno con il tempo?

«Sicuramente cambieranno ancora, ogni canzone dovrebbe cambiare di continuo. Già dal vivo prenderanno varie strade ancora. Alcune sono l’accenno di frasi ancora da esplorare».

Carlotta Sorrentino
(www.notespillate.com)

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