ELISA «Non mi sento molto cambiata da quella che ero all’inizio»
Tre serate (12, 13 e 15 settembre) per celebrare 20 anni di carriera in un posto estremamente suggestivo per esprimere la creatività di Elisa. Saranno tre show unici, completamente differenti l’uno dall’altro, ricchi di contaminazioni visive sulla scia di “Mechanical Dream” del 2008, primo forte incontro tra Elisa e l’Arena di Verona. Non ci sarà una tournée. Sarà possibile per il pubblico acquistare l’abbonamento a tutte e tre le serate e i trasporti verranno agevolati così da permettere a chiunque in tutt’Italia di raggiungere Verona. In progetto c’è inoltre un percorso video curato da Elisa che andrà in onda in primavera su Fox Life, partner Rtl. Abbiamo incontrato e intervistato Elisa.
Elisa, ci racconti le sue tre notti in Arena.
«La serata pop-rock avrà per colonna portante lo scambio di energia, privilegiando i momenti senza filtri di tipo scenografico che percepisco come puri, spontanei, ad alto contatto col pubblico. La serata acustica sarà fatta di atmosfere intime privilegiando il repertorio di “Lotus” e “Ivy”. Sia chiaro che il set acustico non prevederà pochi strumenti come ci si aspetterebbe, ci saranno al contrario tanti musicisti sul palco contemporaneamente dando vita a contaminazioni acustiche. Inserirò strumenti acustici, etnici e della street music. Le voci saranno molto presenti e non escludo la presenza di un coro gospel o di voci bianche come già sperimentato in altri tour. La serata orchestrale sarà la più inedita e quella che richiederà il maggior sforzo di preparazione. Rappresenta un sogno per me, sono già emozionata al pensiero di cantare accompagnata da più di 40 elementi. Ci sarà occasione di omaggiare grandi classici, canzoni importanti che hanno il peso per reggere l’importanza garantita dall’orchestra. Ad esempio “Caruso” e “Fly me to the moon” che ho scoperto a 16 anni suonando nei pianobar, quando incontrai un sassofonista che mi portò a cantare in una big band. Questa esperienza mi ha fatto avvicinare allo swing e al soul, generi che ritornano spesso nel mio repertorio e nelle mie cover».
Avrà ospiti?
«In tutte le serate sarò accompagnata da ospiti, artisti amici che faranno la loro comparsa in base alla scelta dell’esecuzione dei brani, non in base al brano stesso, quindi ci saranno sorprese, non saranno collaborazioni scontate. Il mio team è in una fase di grande lavoro, di scambio di buona energia e di ispirazioni per differenziare il più possibile le serate. Sto cercando sonorità pure, non ibride, voglio puntare su un linguaggio musicale tradizionale, eterno e fuori dal tempo».
Che cosa dell’Elisa degli inizi si è perso? Qual è stato il cambiamento più grosso in 20 anni di carriera?
«Non mi osservo troppo se non quando strettamente necessario quindi non riesco a dare una risposta precisa. Senz’altro sono andata più a fondo nei miei sogni e nella loro realizzazione. Quello che faccio quotidianamente è rinnovare la fiducia e la determinazione verso quei sogni ma per il resto non mi sento molto cambiata da quella che ero all’inizio».
Le canzoni in scaletta nei tre show si ripeteranno o saranno tre scalette completamente diverse?
«La parte centrale dei tre show sarà composta dagli evergreen che tutti si aspettano di ascoltare quindi si ripeteranno, naturalmente in vesti differenti da una serata all’altra. Il resto di ogni scaletta sarà invece costituita da brani inseriti proprio per la loro peculiarità rispetto al tipo di show».
Sarà anche un progetto televisivo?
«Tutto verrà ripreso, dalla preparazione al dietro le quinte prima degli show ma di quello che ne faremo, ne riparleremo».
Come mai ha deciso di lasciare la Sugar e passare a Universal Music?
«E’ stata una decisione lunga e sofferta, pensata e ponderata per anni perché mi sento legata affettivamente alla signora Caselli. Ricordo che fu mia madre a firmare il primo contratto discografico perché ero ancora minorenne. Provo immensa gratitudine per Caterina, mi ha dato la possibilità di realizzare il più grande sogno. Nessun sentimento negativo, è rimasto un clima sereno con Sugar. Ho semplicemente scelto di scoprire altri partner».
E’ prevista l’uscita di un’antologia con etichetta Sugar. Uscirà anche un cd/dvd dei concerti di Verona con la nuova etichetta?
«Il team sta valutando quale sia il modo più bello per celebrare questo traguardo importante».
Al di là di Verona c’è un nuovo album all’orizzonte?
«Le nostre energie sono tutte per le tre serate al momento».
Come cambierà, nell’Arena, il modo di Elisa di stare nello show?
«Tutto il lavoro è in fase embrionale. Non escludo collaborazioni con il mondo dello sport, della danza, della moda e della letteratura come già visto in “Mechanical Dream”».
Gli ospiti che la accompagneranno saranno artisti consolidati o anche giovani talenti?
«E’ possibile che ci siano ospiti giovani che io stessa produco».
Dopo canzoni dal sapore internazionale e poi il passaggio all’italiano, ha cambiato l’approccio verso la scrittura?
«Le canzoni mi nascono spontaneamente nella mente, a volte in una lingua piuttosto che nell’altra. Non me ne preoccupo più perché il mio pubblico ha sempre compreso il mio lavoro senza schemi mentali, passando da un mondo all’altro».
Verrà coinvolto Ennio Morricone a Verona?
«E’ un grande desiderio ma non lo abbiano ancora contattato».
Nei tre show sembra che non ci sarà posto per l’elettronica che ha fatto da padrone in “On”. Oppure le melodie di “On” verranno riarrangiate?
«Ci sarà spazio per esperimenti, non voglio rivelare tutto ma nella serata pop-rock l’elettronica verrà integrata».
Chi arrangerà e dirigerà l’orchestra nella terza serata?
«Sto valutando. Voglio una veste classica, ho in mente gli arrangiamenti per orchestra di “Travelogue” di Joni Mitchell».
L’esperienza di “Amici” cosa ha lasciato e cosa ha tolto?
«Mi ha tolto il tempo materiale per pensare, sono mancate le fasi riflessive e questo è stato un bene, una possibilità, una cosa nuova per me che invece solitamente reagisco in modo opposto. L’esperienza di gruppo è stata molto arricchente dal punto di vista umano».
Cosa la spinge a tornare all’Arena?
«Per me è molto affascinante cantare in un posto millenario, subisci il fascino storico del passato».
Qualcosa di cui si è pentita in 20 anni di carriera?
«Ci sono stati errori sparsi ma le cose importanti sono andate nel modo in cui desideravo, mi sono sempre sentita me stessa, vera e tranquilla. Non ho rimpianti».
Ci sarà un’occasione in cui verranno annunciati gli ospiti in modo ufficiale?
«Sicuramente sì, oppure lo farò tramite un post».
Visto il post con Tommaso Paradiso dei Thegiornalisti, c’è qualche progetto con lui?
«Si è trattato solo di un incontro artistico, non è legato a nulla di concreto, ho voluto conoscerlo perché mi è piaciuto molto l’album».
Nell’ultima data di “On” a Milano era estasiata ogni volta che il pubblico cantava…
«Infatti ho ricevuto critiche per aver cantato meno del solito e probabilmente è così, ho esagerato ma erano talmente belli quei momenti che mi sono lasciata andare senza accorgermi che cantava più il pubblico di me».
Gli ospiti ai tre concerti saranno solo persone famose o anche persone dal suo passato?
«Bella idea ma per ora niente del genere. Fare una cosa di questo tipo presupporrebbe una presentazione degli ospiti che non mi viene spontanea perché non amo parlare molto. Voglio che la tensione durante lo show rimanga costante, tensione che calerebbe se parlassi spesso».
Il problema del bagarinaggio è considerato risolto?
«Partendo dal presupposto che ogni sforzo fatto è apprezzabile, non si può tuttavia considerarlo risolto finché non sarà presente una legge e verranno oscurati i siti oppure imposte sanzioni così alte da rendere il tutto impossibile».
Irene Capiluppi
(www.notespillate.com)