Cinema2021

IL COLLEZIONISTA DI CARTE Paul Schrader

io sono nessuno

L’atmosfera dark è intrigante, e lo sono – intriganti – anche i monologhi del protagonista e le manie che esprime, ma è troppo poco per dare a “Il collezionista di carte” la patente di “film riuscito”.

La regia di Paul Schrader è molto “vecchia maniera” e anche montaggio e uso delle musiche riflettono questo puntare nell’estetica verso un cinema Anni 80. Nulla di male – per carità – perché ci fosse anche sostanza narrativa nessuno avrebbe da obiettare, ma il problema è proprio nella trama, che sparge ampi buchi narrativi e soprattutto nella seconda parte è molto banale, con un finale scontato.

La trama. William Tell, un ex carceriere di Abu Ghraib finito in prigione per otto anni in seguito alle violazioni dei diritti umani di cui si è macchiato, si guadagna da vivere come giocatore di poker professionista, impegnando tutto il giorno la mente nel conteggio delle carte e distogliendo così il pensiero da ciò che ha fatto. L’uomo vaga di casinò in casinò e di motel in motel, vivendo alla giornata e cercando di non lasciare tracce della sua presenza nei luoghi in cui pernotta. Nel fare ciò incontra La Linda, il cui lavoro è quello di mettere in contatto i giocatori d’azzardo coi finanziatori.

Da salvare le buone prove di Oscar Isaac (il protagonista) e Tiffany Haddish. Per il resto, c’è poco. Compreso un Willem Dafoe opaco – a voler essere gentili.

Review Overview

SCORE - 5

5

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