UNA DONNA PROMETTENTE Emerald Fennell
“Una donna promettente” è un film intelligente, a metà fra dramma e commedia nera. E’ una pellicola dove ogni incastro funziona senza sforzo: cast eccellente, regia tutt’altro che banale, montaggio da cinema indipendente e finale che – per quanto appaia un po’ “telefonato” – chiude la storia in maniera discretamente bene, senza fare danni.
La trama. Cassie (Carey Mulligan) è sempre stata considerata una giovane donna promettente, anche perché studentessa di medicina, ma un evento ha fatto deragliare la sua vita. Ai tempi dell’università, infatti, la sua migliore amica Nina fu stuprata da un compagno di corso davanti a molti suoi amici, mentre la ragazza era ubriaca: nessuno credette alla versione della ragazza, che cadde dunque in depressione e si suicidò. In apparenza, la vita di Cassie è tranquilla, con un semplice impiego come barista al fianco di una datrice di lavoro che adora, ma in realtà la donna porta avanti una sua piccola missione per vendicare il torto subito da Nina.
Carey Mulligan è prima di tutto credibile. Il suo personaggio è un insieme di scatole cinesi, ma l’attrice entra dentro il ruolo con naturalezza e senza strafare. La sceneggiatura l’aiuta parecchio, ma la mimica è tutta farina del suo sacco. Se lo sente addosso il ruolo, la sua Cassie ha una profondità di stati d’animo che è frutto principalmente della prova della brava Mulligan. Attorno a lei un cast maschile che non sbaglia un colpo, con il sempre bravo Clancy Brown (ultra famoso per la sua apparizione in un “Highlander” che ha fatto la storia) che merita di essere citato fra i tanti.
Si arriva al termine della visione convinti di aver investito bene il proprio tempo. Assolutamente da vedere.