LEILA Leila
Leila ci piace un sacco quando sperimenta, quando mischia elettronica, pop e folk. Quando la sua proposta è… soltanto folk, l’indice del suo valore scende drasticamente, questo perché la sua musica si fa ordinaria, simile a mille altre cose già sentite in Italia e all’estero.
Il suo esordio mescola in eguale misura azzardo e calma, energia e rassicurazioni, cinema (sì, la costruzione delle sue canzoni ha qualcosa di cinematografico) e natura. Insomma, elementi diversi che vanno filtrati, cioè vanno messi assieme per capire quello che il progetto può dare. E a nostro avviso il progetto di Leila può dare molto di più. Ma osando.
In questo debutto le fascinazioni sono numerose: Björk, Meg, Camille, Sigur Rós, Mina e tanto altro ancora. L’elettronica frena e accelera lungo la linea dell’istinto. La scaletta è agile e consente di arrivare all’essenza dei brani con una certa facilità. I testi sono in italiano e in inglese – a noi piace più il cantato in lingua straniera perché Leila riesce a dare alla sua voce sfumature varie, come nel caso della bellissima “Let me get in”. Insomma, più luci che ombre, vedremo in futuro che piega prenderà il progetto.