MONKEY ONECANOBEY Moco
Sono in due: uno che ci mette voce e chitarra e l’altro va di beatbox. Sav e Phil sono stati sempre amici, fin dai tempi dell’asilo. Un giorno, Phil decide, così per scherzo, di iniziare a fare beatbox e tra un video e l’altro conosce Dave Crowe. Trasportato dal groove del beatboxer inglese propone a Sav, una mattina a scuola, di creare un progetto che fondesse la passione di Sav e il suo gusto per i generi rock/pop alla “Mouth Machine” di Phil.
“Moco” è il disco d’esordio dei Monkey OneCanObey. In scaletta 8 brani che abbracciano il blues, la psichedelia, il rock e il pop, e che restituiscono delle buonissime sensazione, specialmente quando i Nostri decidono di fare sul serio e di spingere sull’acceleratore in direzione del groove, mentre quando si fanno… morbidi la loro proposta tende a risultare piuttosto anonima.
L’alchimia fra i due funziona e le parti di chitarra sono espressive. L’ascolto è estremamente fluido e la scelta di stare sotto i 30 minuti premia senza dubbio i contenuti e la voglia del duo di badare al sodo senza perdersi per strada. Manca ancora la capacità di valorizzare al meglio i ritornelli, ma la strada imboccata è quella giusta. Il disco si chiude con la cover di “Personal Jesus” dei Depeche Mode, ed è un rifacimento fatto bene, soprattutto dal punto di vista sonoro. Insomma, essenziali e interessanti.