PALETTI Super
Paletti canta bene, i suoi testi sono ambiziosi e dal punto di vista musicale il suo mix di elettronica e pop è molto interessante. E allora com’è che “Super“, anche dopo diversi ascolti, continua a non piacerci? E’ un disco al quale manca irrimediabilmente qualcosa, Berlusconi parlerebbe di “quid”, ma non serve scomodare Alfano per capire che le canzoni di Paletti hanno ingredienti di buon livello ma sono prive di personalità, assomigliano a certe cose di Battisti, Gazzè o Thegiornalisti, e aggiungiamoci anche gli U2, visto che l’intro iniziale di “A che serve l’amore” ricorda “Discothèque”.
Il resto del compact ondeggia fra intuizioni azzeccate e qualche scivolone, fra arrangiamenti e testi che non vogliono piegarsi alla banalità, e l’aria frizzante dell’estate che è ancora di là da venire. I brani che salviamo dal lento naufragio? “Capelli blu” (un tuffo negli Anni Ottanta migliori) e “Nonostante tutto”. In conclusione: un disco non mediocre, ma dubitiamo possa ritagliarsi un suo spazio nell’affollato panorama pop italiano – sia esso indipendente o mainstream.