L’album d’esordio di Paolo Preite è stato prodotto dal musicista e produttore americano Fernando Saunders, già al lavoro con Lou Reed. Nonostante l’ottimo biglietto da visita, “Don’t Stop Dreaming” è un disco mediocre: il rock proposto è molto derivativo, i testi (prevalentemente in inglese) faticano a lasciare un segno e la fruibilità pop del compact (per quanto sufficiente) non altera di molto la valutazione complessiva. Cosa si può salvare? Il cantato dell’artista romano e il mixaggio, ad esempio. In conclusione: nulla da dire sulla produzione, ma le canzoni hanno poca personalità e anche dopo diversi ascolti non emergono dal mazzo. Il brano migliore? Senza dubbio “The king of all winds” – peccato sia un episodio isolato, ma resta comunque un pezzo di assoluto livello, soprattutto per la capacità di trasmettere emozioni. La versione in italiano dello stesso brano non colpisce allo stesso modo.
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Fernando Saunders Lou Reed Paolo Preite Seahorse Recordings
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