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FUOSSERA «La stampa e i media ci marciano con la storia che qui è l'inferno, fa vendere lo "sputtanapoli"»

I Fuossera sono O’Iank (Gianni De Lisa) e Sir Fernandez (Pasquale Fernandez). Vengono da Piscinola, una zona di Napoli che “Gomorra” ha provato a raccontare. Attivi dalla fine degli Anni Novanta, stanno lavorando a un nuovo album e in questi mesi si sono divertiti a compilare uno sfizioso decalogo – ancora in fase di ultimazione – per tutti gli aspiranti rapper. Lo trovate alla fine dell’intervista.

Il decalogo per “diventare rapper” sembra a prima lettura una cosa ironica, poi però se ci pensi, sono davvero tanti quelli che si attengono a queste… non regole. Qual è stato lo stimolo per stilare il decalogo? E quali sono, secondo voi, le giuste regole per “diventare rapper”?

«E’ partito tutto con l’idea di comunicare un qualcosa agli utenti della pagina ufficiale Fuossera, però poi abbiamo cominciato anche a divertirci nel redarre il decalogo. Purtroppo è come dici tu, molti ragazzi approcciano il rap in dei modi che sono totalmente lontani da ciò che può formarti in maniera più costruttiva, come lo è stato per noi. Poi – sorridono – ci sono anche tanti che partono bene e successivamente si perdono».

In tutta onestà, ci sono delle regole?

«Vere e proprie regole non ci sono, noi abbiamo cominciato quando internet non esisteva neanche e apprendevamo tutto dalle jam, dai concerti, dalla strada, dai punti di ritrovo che si crearono in maniera naturale negli Anni Novanta, da chi aveva come interesse e passione in comune l’hip hop, dai dischi, dalle fanzine e da tutto quello che tramandavano i più grandi».

Venite da una zona di Napoli – Piscinola – che negli ultimi anni è stata raccontata soprattutto dalla serie di “Gomorra”: che rapporto avete col vostro territorio e credete che le rappresentazioni televisive di una certa Napoli facciano bene o male a chi ci vive e vive una vita che non è fiction?

«Noi abbiamo cominciato a fare rap per portare la voce del nostro quartiere in giro per Napoli, poi nella Campania e poi in tutta la nazione. Nasciamo proprio dal rapporto con l’asfalto e con la gente del posto in cui siamo cresciuti. Il discorso “Gomorra” è complesso, purtroppo ha preso la piega sbagliata per la maggior parte dei giovani che hanno visto il film e poi la serie – chi ha letto il libro già può avere una visione diversa. In generale c’è stato un po’ di sciacallaggio, ma la serie tv si distingue dal resto per il fatto che il 90% del girato è pura fantasia e frutto della creatività degli autori, sono pochi i riferimenti reali. Il nostro parere principale lo vogliamo centrare sulla qualità dei prodotti, la serie è di gran lunga superiore all’opera di Matteo Garrone che a tratti è inguardabile. Io – appunta O’Iank – al cinema ridevo. In generale, se certi prodotti vengono presi nel modo giusto non c’è niente di dannoso ma purtroppo la stampa e i media ci marciano con la storia che qui è l’inferno, fa vendere lo “sputtanapoli”. Il ragazzino di Prato (esempio a caso) corre in edicola a comprare le riviste per leggere e vedere le storie di criminalità della Napoli violenta».

In Italia si parla moltissimo di Roma e Milano come capitali del rap. Eppure Napoli e la Campania hanno sfornato un sacco di nomi di livello: da Neffa sino a Clementino passando per Co’Sang oppure Rocco Hunt e moltissimi altri. Possiamo dunque parlare di scena napoletana e soprattutto cos’ha da dire?

«La scena napoletana e quella Campana sono vastissime e piene di talento ma purtroppo qui mancano i mezzi di diffusione; internet e i social possono essere un megafono diretto ma ormai l’industria si è impadronita anche di questi strumenti, c’è stato un cambiamento radicale in questi anni. All’inizio dell’Era social tutti potevano arrivare a tutti, ora ci sono delle barriere create proprio per incrementare il business di chi se lo può permettere come le majors. Per quanto riguarda i nomi che hai fatto, possiamo dire che Neffa, nativo di Scafati, ha segnato un’epoca per noi importantissima, da ascoltatori eravamo nel punto più puro dell’evoluzione dell’hip hop in Italia. Clemente è un caro amico e veniamo dalla stessa gavetta, noi non abbiamo fatto le battle come lui ma eravamo in giro già nel 1999 pronti a prendere il microfono in qualsiasi situazione si creava in Campania e in Italia. Dei Co’Sang si potrebbero dire miliardi di cose, abbiamo condiviso tutto dal 2003 in poi, siamo stati partecipi reciprocamente di tutte le nostre uscite, abbiamo creato uno stile ben definito che ancora oggi tanti copiano spudoratamente. “Poesia Cruda” è un movimento ancora vivo, un marchio indelebile per l’hip hop napoletano e italiano. Rocco ha un gran talento e ce ne siamo accorti subito, il suo primo video aveva 800 views e uno di noi (O’Iank) lo ha subito contattato per complimentarsi e lì è nato il pezzo “Ven ra rint”. Disse che era un nostro fan, bella soddisfazione vederlo fare certe cose».

Il 2016 vi vedrà tornare con un nuovo album. A che punto è la lavorazione?

«Siamo allo sprint finale, è in fase di missaggio, purtroppo alcune cose hanno allargato i tempi: un po’ di cose personali e alcuni problemi tecnici. Ma ci siamo, ora verrà fuori un po’ di roba. Noi solitamente cerchiamo di fare sempre dischi con brani che abbiano un minimo di collegamento tra loro, in questo terzo album la cosa è meno marcata ma la cosa che veramente ha una linea coerente è il sound, c’è una ricerca e soprattutto abbiamo cercato di non fare quello che stanno facendo tutti ma anche questa è una caratteristica che ci ha sempre distinto. Non lo diciamo noi, eh». Risate.

Regola numero 1 per diventare Rapper
Usa bene i “social”: è molto importante anche più di ciò che scrivi e di come lo dici.

Regola numero 2 per diventare Rapper
Cura attentamente il tuo abbigliamento, conta più del sound dei tuoi brani!

Regola numero 3 per diventare Rapper 
Andare a tutti gli eventi e cercare di strappare aperture e ospitate a furia di leccate di culo, prendere contatti per featuring vari nel momento in cui tutti sono ubriachi, così non ti diranno di no.

Regola numero 4 per diventare Rapper
Inventa una storia credibile sul tuo passato, consigliabili spaccio, playboy miliardario e/o genitori assenti.

Regola numero 5 per diventare Rapper 
Fuma tanta marijuana e hashish, ma soprattutto non dimenticare di dirlo ogni 2 secondi in ogni tuo testo altrimenti non ottieni l’effetto desiderato.

Regola numero 6 per diventare Rapper
Scegliere la giusta App. Per le foto, tra i posti consigliati per i Selfie: piscina, club, auto lussuose, tra mazzette di 50€ ma più di tutte le Vele di Scampia!

Regola numero 7 per diventare Rapper
Controlla attentamente i Like e le Visualizzazioni di ciò che pubblichi. Serviranno a determinare la qualità della tua musica e saranno linfa vitale per la tua autostima.

Regola numero 8 per diventare Rapper
Non cercare di essere Vero e Coerente, chi sei e cosa la tua vita racconta non importa a nessuno, quindi sbandiera dove tira il vento e avrai successo.

Regola numero 9 per diventare Rapper
Ricorda che il rap è intrattenimento, quindi in ogni tuo brano metti in evidenza le tue doti cabarettistiche, almeno farai ridere.

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