HERSELF Rigel Playground
Gioele Valenti è Herself, e “Rigel Playground” è un disco folk che vede anche la comparsata di Jonathan Donahue dei Mercury Rev.
Partiamo con il dire che è un album di atmosfere, cioè più che dalle canzoni (buone) alla fine si resta affascinati dal mood generale del disco, sempre in bilico tra fragilità e rimandi a un immaginario tipicamente Anni Novanta che oggi si è un po’ annacquato nel folk europeo.
In scaletta 7 pezzi per 33 minuti di musica. Quasi tutti i brani hanno diritto d’asilo nel compact e “The Beast of Love” (l’episodio con l’ospite d’onore) è senza dubbio il fiore all’occhiello di un lavoro che non è immediatissimo, ma necessità di almeno un paio di ascolti ripetuti per trovare (voi) la perfetta sintonia (con esso).
Valenti mette e toglie il piede dai pedali dell’orecchiabilità, come se si trattenesse sempre un pochino. Questo alla fine penalizza in parte il suo disco e lascia un filo di insoddisfazione nell’ascoltatore. Ma mettiamola così: è un album discreto, ma poteva essere qualcosa di più con un lavoro più incisivo sulle melodie.