Prima cosa: mettetelo a volume altissimo. Noi l’abbiamo ascoltato la prima volta a basso volume e “Hidden” ha reso la metà della metà. Quindi non abbiate paura, tenete la manopola tutta girata verso destra. I Kay Alis sono qui al primo lavoro. La loro proposta ha come pietra angolare l’elettronica, declinata in varie forme: ambient, trip hop, noise. La fruibilità pop del disco è apprezzabile, anche se molti sviluppi melodici sono stati troncati sul più bello – un limite o una pecca? Chissà. Quello che è certo è che il quartetto umbro ha un bel modo di maneggiare il suono: i Nostri non hanno inventato nulla, si ispirano al “già sentito”, ma hanno buongusto, ci sanno davvero fare con la mescola delle sonorità, inoltre la voce di Alessandra Rossi è un evidentissimo valore aggiunto perché oltre ad arricchire i brani di sfumature diverse riesce a dare omogeneità all’intero lavoro. Insomma, un esordio interessante, se sistemano un paio di cose, hanno le potenzialità giuste per fare un notevole salto di qualità. L’episodio migliore? “Understanding”.