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MARLENE KUNTZ Pansonica

MARLENE_KUNTZ_pansonica

Partiamo dalle parole usate dai Marlene Kuntz per presentare “Pansonica“.

«Dunque eccoli qua, sette pezzi suonati tutti insieme, in presa diretta (solo il cantato e due o tre sovraincisioni di chitarra sono state fatte a parte), provenienti alcuni dal periodo precedente la realizzazione di “Catartica” (“Sig. Niente” e “Capello Lungo”) i rimanenti dal periodo intercorrente fra “Catartica” e il nostro secondo disco, “Il vile”. Li abbiamo registrati con un registratore analogico su nastri magnetici, e il senso della celebrazione di quel periodo acquista ancor più senso e fascino. I testi hanno mantenuto al novantacinque per cento la loro struttura originaria, e solo due o tre parole, risultate eccessive nonostante tutte le indulgenze possibili, sono state modificate».

Anno 2014. Cristiano Godano, Bergia e Tesio si infilano nella macchina del tempo e tornano indietro di una ventina di anni, all’epoca in cui erano più giovani e forse spensierati. Non sappiamo dirvi se per quell’epoca i Marlene Kuntz provano oggi un po’ di nostalgia o tenerezza o indifferenza, di sicuro la metà degli Anni Novanta ha rappresentato per chi stava sotto il palco un periodo stimolante, generoso di idee. Non date fiducia, pertanto, a chi a giorni alterni bistratta quell’epoca: in verità se ne sente una gran mancanza. Si sente anche la mancanza di “quei” Marlene Kuntz? Erano senza dubbio più istintivi in pieni Anni Novanta, ma il meglio lo hanno offerto nei lustri successivi: la rotondità del loro suono si è forgiata alla perfezione con “Senza peso”, ed eravamo già nel 2003.

“Pansonica” è un disco che ti rimanda indietro di vent’anni ma non è figlio di un’operazione nostalgia un po’ ruffianotta. Anche perché avessero voluto fare i furbi, i Marlene Kuntz avrebbero potuto fare ben altre scelte in carriera assestandosi su gradini superiori rispetto a quelli conquistati. Diciamo quindi che “Pansonica” è più un regalo, un voler riportare all’attenzione di fan (e non solo) un passato che ancora oggi può suonare fresco e sincero. Onestamente non tutti i brani convincono, ma crediamo che più che stare a soffermarsi sui singoli episodi, la valutazione migliore sia da dare mettendo nel mirino l’insieme. E l’insieme funziona.

Dal 2014 agli Anni Novanta in circa 35 minuti. Compreso il viaggio di ritorno. Neppure i migliori tour operator sanno proporre offerte più allettanti…

Review Overview

QUALITA' - 68%

68%

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