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MARRACASH «Se dovevo scivolare, questa era la volta buona, e invece sono ancora in piedi»

La promozione del nuovo album – “Status” (Universal) – lo sta sottoponendo a un tour de force impegnativo. Ma a Marracash non dispiace questo continuo viaggiare di città in città per incontrare gli appassionati: «Poter vedere i fans nei negozi mi stuzzica, è stimolante guardare in faccia chi ascolta la tua musica. Ti permette di capire tante cose».

Ad esempio?

«Finora ho visto un sacco di volti grandicelli: il mio non è il classico pubblico televisivo, ho un parterre di gente che ascolta il rap con attenzione».

Tante città ma resti un figlio di Milano. Che città è la tua?

«E’ un posto all’avanguardia per l’Italia. Anche in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, Milano non ha perso la sua vocazione imprenditoriale. Non è una città che dorme sugli allori. E non è neppure una città smorta».

Il tuo successo è debordante. Hai paura che tutto questo possa finire?

«No. E sai perché? Ho appena pubblicato un album ambizioso, che non contiene concetti da furbetto nonostante questa sia un’epoca di furbetti. Insomma, ho rischiato parecchio ma il disco è stato capito, e se ha funzionato allora significa che nessuno può più togliermi ciò che ho conquistato. Se dovevo scivolare, questa era la volta buona, e invece sono ancora in piedi».

Pensi mai a dove saresti oggi senza il rap?

«Voglio essere positivo. Sarei comunque a coltivare il mio talento per la scrittura, perché sì, mi piace fare musica, ma scrivere mi dà tanta soddisfazione».

Sei felice?

«Sono contento. Ovvio, si può sempre fare meglio nella vita, però sono contento di aver fatto il disco che volevo e di essere adesso impegnato in questo circo che è la promozione».

Nessun rimpianto per qualche occasione non colta?

«Se ti riferisce alle offerte della televisione, direi proprio di no. Di recente mi avevano chiesto di partecipare come giudice a “Forte Forte Forte”, il programma Rai, ma non c’ho pensato un secondo e ho declinato l’invito. I Talent non fanno per me, non ho proprio voglia di entrare in quei meccanismi. Inoltre sarei un pessimo uomo-tv, perché io guardo solo film e la televisione la vedo poco o nulla».

Guarderai Sanremo tra qualche giorno?

«Aborro Sanremo, è un palcoscenico antidiluviano».

Sul recente abbandono di Fred De Palma da Roccia Music, la tua etichetta, si sono scritte un sacco di cose. Proviamo a mettere un punto definitivo?

«Non è successo nulla di ché. Abbiamo deciso di dividere le strade in super pace, senza alcun tipo di polemica o retroscena. Sono cose che posso succedere».

Quindi nessuno scazzo?

«Assolutamente no».

C’è competizione tra i rapper italiani o siete tutti amici?

«Macché. Non siamo tutti amici, tutt’altro. Questa è un’epoca di paraculi e ruffianismo, in verità c’è parecchia competizione nell’ambiente e in molti si odiano».

Nel tuo nuovo album c’è anche Tiziano Ferro. Anni fa rifacesti la sua “Ti voglio bene” e divenne “Le voglio piene”. Ha mai ascoltato la tua cover?

«Sì, sì, e si è fatto una risata. Il rap deve saper essere anche dissacrante, lui è uno che ascolta molto rap».

Parliamo di gossip?

«Dobbiamo proprio?».

E’ un argomento che non ti piace?

«Non mi piace il gossip e cerco di starne il più lontano possibile, evitando in tutti i modi di alimentarlo. Capisco che fa parte del gioco finirci dentro, ma onestamente detesto quando divento il soggetto di storie inventate».

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