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IO E LA TIGRE «Le nostre canzoni hanno le spalle larghe del Grrr Power»

Il titolo del vostro ultimo disco rimanda al concetto di “Girl Power”. Voi siete femministe? Esiste il femminismo nel 2018? Il #MeToo è il meglio che il femminismo ha proposto negli ultimi anni?

grrr power«Cercheremo di darti una risposta unica a queste tre domande. Ancora oggi nel 2018 viviamo in una realtà sociale nella quale essere donna e musicista richiede di avere forza nel rivendicare il diritto ad un trattamento equo e dignitoso, basato sulla nostra musica e non sul fatto che siamo due donne. Perché si ha bisogno di sottolineare che il nostro rock è “al femminile”? Perché voi stessi nella vostra recensione avete pensato di scrivere che il nostro è un rock aggressivo “in salsa rosa”? Con le band formate da uomini usate parlare di salsa blu? Perché nei testi le emozioni espresse da un musicista uomo hanno dignità, mentre quelle di una donna devono valere meno?».

Precisazione. In realtà è fin dagli Anni Sessanta che in Italia si tende a dividere il cantautorato maschile da quello femminile, non certo per sessismo o superficialità, ma solo per definire una differente e naturale sensibilità poetica, che quando traspare marcatamente può risultare importante sottolineare a fini della recensione. In merito invece all’ultima domanda: le emozioni espresse da uomini, donne, bambini, animali e finanche da oggetti inanimati ai quali emotivamente possiamo essere legati hanno tutte medesima dignità sia in ambito musicale sia nella quotidianità. Ovviamente sono idee nostre, che però ci tenevamo a rimarcare per sgomberare il campo da equivoci. Tuttavia, andate pure avanti…

«Tutto ciò è svilente perché se chiudi gli occhi e ascolti degli strumenti suonare, non lo capisci il genere biologico di chi suona e i nostri amplificatori quando dobbiamo trasportarli su e giù per l’Italia non pesano meno per il fatto che siamo donne; quindi capisci bene che fino a che ci si ritrova a vedere i propri dischi o i propri live considerati in modo differente in base al genere biologico, esclusivamente nel caso di musicisti donne, il femminismo avrà una motivazione per esistere. Maschi e femmine, giusto per usare categorie binarie un po’ retrò, hanno la stessa probabilità di spaccare o far schifo. Sarebbe un’evoluzione culturale notevole l’andare oltre al genere come categoria di giudizio. A maggior ragione dall’ambiente indie(pendente) ci si aspetterebbe una visione meno condizionata da pregiudizi, un mindset slegato dai cliché ma purtroppo si stanno riproducendo le stesse logiche del mainstream. In questo noi abbiamo cercato di dare il buon esempio: il disco nuovo si chiama “Grrr Power” che per noi è la forza di entrare nella tana della tigre, affrontare le proprie paure accettando la sfida di uscirne cambiati. Il Grrr Power è il nostro manifesto ed è un manifesto che non è solo “girl”, è una forza che tutti possono avere dentro indipendentemente dal genere, perché è un concetto inclusivo. Ed oltre ad essere inclusivo è solidale, perché questa forza si nutre del confronto con gli altri. Per questo abbiamo deciso di diffonderlo tramite una Fanzine, un luogo corale in cui anche Muriel, Cristina Donà, Silvia Calderoni, Chiara Longo e altre persone che stimiamo per il loro Grrr Power hanno inserito la loro interpretazione di questa forza. E’ importante che ci si mobiliti insieme per rivendicare il proprio diritto alla dignità e alla libertà di essere accolti in una comunità. Una comunità che accoglie ciascuno nella propria diversità è sicuramente promotrice di cultura».

Il tipo di musica che fate (a livello sonoro) ha forse più punti di contatto con l’America che con l’Italia. E’ così? Quali ascolti italiani vi hanno formato?

«Come dicevamo prima i nostri ascolti sono molto differenti tra di loro. La Tigre si è formata principalmente con i Dead Kennedys, Slint, Negazione, Raw Power, Sonic Youth, NoMeansNo, Bikini Kill, At the Drive-In, Ramones, Germs e Sleater-Kinney. IO invece si è formata con il pop degli Anni ’60 sia italiano che UK e USA (che hanno molto influenzato il pop italiano in quegli anni) insieme ad ascolti legati al cantautorato: Nada, Carmen Consoli e Cristina Donà, Patti Smith e Carole King. Questo chiaramente a grandi linee, poi abbiamo avuto varie fasi, come tutti/e».

Questo sembra un disco emotivo, intimo, con gli uomini sempre sullo sfondo. Che opinione avete degli uomini di oggi? E cosa possono imparare da “Grrr Power”?

«Noi riusciamo ad avere un’opinione solo sulle persone che conosciamo personalmente, per cui questa domanda richiederebbe l’ausilio di stereotipi da cui preferiamo star lontane. Come abbiamo già detto prima, il Grrr Power è una forza che ognuno di noi può possedere indipendentemente dal “genere” in cui è nato/a o da quello in cui si identifica. Il confronto con l’altro/a può aiutarci a tirare fuori questa forza, indipendentemente dal genere anche in questo caso. Infine riguardo al disco, in realtà sullo sfondo non ci sono solo uomini e non solo amore. “Madre di Dio” ad esempio è una critica a quei recensori musicali che non hanno il coraggio di andare oltre al pensiero dominante».

Sembra anche un disco che parla di amore, ma di amori a volte sfortunati e tormentati. Che rapporto avete con l’amore? Ci vuole fortuna in amore oppure pazienza o determinazione? Siete innamorate in questo momento?

«Fino a che si riesce a mantenersi in ascolto con se stessi, si riesce a trasformare in musica anche l’emozione suscitata da una crepa nel muro. Quindi più che innamorate, è importante rimanere con la mente e il cuore aperti».

“Luna Piena” è il brano più strano del disco: il nostro giudizio è stato negativo. Ci aiutate a capire invece perché è un pezzo da rivalutare e omogeneo al resto del compact?

«Farti provare delle emozioni che non riesci a provare è un lavoro lungo e a volte doloroso, per cui la nostra risposta può essere solo su un piano cognitivo e razionale. Una delle caratteristiche più evidenti della nostra produzione è la coesistenza di una componente pop e una grunge/punk. Questo è anche il motivo per cui non è semplice “etichettarci” in un genere musicale. Immaginando un continuum immaginario a un estremo troviamo “Singapore” e all’altro “Luna Piena”, che è una ballad ed esprime la componente più pop del disco. Detto questo le nostre canzoni sono come le nostre bimbe, hanno le spalle larghe del Grrr Power e sanno bene che nella vita non solo non si può piacere a tutti, ma non si deve piacere a tutti. Così da non perdere la propria autenticità».

 

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