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MARIAN TRAPASSI «Il nuovo album è un punto di arrivo e un inizio»

Bianco” segna un nuovo capitolo nella carriera artistica della cantautrice siciliana, ma milanese d’adozione, Marian Trapassi: si distacca dai precedenti lavori e si impone con uno stile preciso e omogeneo, che va dal jazz, al blues, al folk, con 12 brani eleganti e raffinati negli arrangiamenti e nella scrittura. Musicalmente, l’album (pubblicato da AdesivaDiscografica) si ispira ai moderni chansonnier francesi e alle grandi cantautrici italiane e americane. La abbiamo intervistata.

“Bianco” è il titolo del tuo ultimo progetto discografico, raccontami un po’ dell’album e della scelta di intitolarlo così?

«Il titolo è nato a metà percorso, prima che finissimo l’album ho chiesto al fotografo di farmi uno scatto per vedere chi fossi in quel momento. Quella foto mi ha dato la percezione di come posso apparire agli altri».

Bianca?

«La parola bianco è ricorrente nelle canzoni e nello scatto del fotografo. Il bianco ha tanti significati, può significare purezza, autenticità, verità… Riporta anche al White Album dei Beatles, gruppo con il quale sono cresciuta. Principalmente questo titolo è per dare un’idea di autenticità e purezza».

In che modo questo album si distacca dai tuoi lavori precedenti?

«Si distacca perché secondo me ora ho raggiunto una maturità precisa. Ho raccolto tutto quello che ho fatto precedentemente per creare qualcosa di nuovo. E’ un punto di arrivo e un inizio».

Raccontami un po’ del video di “Blu”?

«Questo video è nato sotto la benevola insistenza del regista: ci siamo incontrati a Palermo, e dal rispetto reciproco per i nostri lavori mi sono fidata di lui. E’ un ragazzo giovanissimo, ha 20 anni e studia a Lucca. Dalla collaborazione è nato un piccolo cortometraggio: è riuscito a creare una vera e propria storia con piccole immagini».

A chi si ispira la tua musica?

«Ho sempre ascoltato cantautori di un certo tipo di jazz e rock, per questo disco non mi sono data dei paletti; la sua sonorità e il mondo che ci gira intorno li vedo molto europei e internazionali. E’ l’insieme tra tutto ciò che amo ascoltare e lo stile del produttore».

Quale è il brano dell’album a cui sei più legata?

«E’ la canzone che ho dedicato a mio padre: è un brano molto mio, molto personale. Penso di averla scritta in dieci minuti ed era già perfetta da subito, non ho modificato nulla in seguito».

Quanto sono importanti le parole?

«Importantissime, il primo brano dell’album parla proprio dell’importanza delle piccole parole; nascosta nel testo c’è una parola importantissima. Ogni parola è importante, piccola o grande che sia. I miei testi non contengono paroloni, io sto seguendo una strada basata sulla semplicità. Ma attenzione, semplicità non vuole dire banalità! Un approccio molto semplice può comunque portare con sé diversi significati».

Cosa ti aspetti dal live?

«Di divertirmi e di fare quello che un musicista ama fare, ho una band fantastica e porteremo sicuramente una bella energia».

Carlotta Sorrentino
(www.notespillate.com)

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