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CHIARA CIVELLO «Essere belli aiuta sempre, ma solo se si hanno piccole ambizioni»

Molte voci la danno nel cast del prossimo Festival di Sanremo, ma Chiara Civello sull’argomento preferisce non esporsi, per lei al momento la kermesse più famosa d’Italia è soltanto un’immagine conservata nel cassetto dei ricordi: «Di Sanremo 2012 ho solo un ricordo che mi terrorizza ancor oggi: quella maledetta scalinata!».

 

Sui social in molti, nel 2012, ironizzarono anche sull’incapacità di Shaggy di restare concentrato davanti al tuo abito rosso…

«Eh, il rosso effettivamente è sempre irresistibile».

Bellezza fa rima con successo, Chiara?

«Essere belli aiuta sempre, ma solo se si hanno piccole ambizioni».

In molte tue interviste, esce spesso l’immagine di una donna molto ambiziosa nel suo lavoro. Credi però che la musica ti abbia tolto (o ti stia togliendo) qualcosa dal punto di vista personale?

«La musica in realtà aggiunge e basta. E’ la mia vita, il mio modo di conoscere il mondo e le persone».

La musica ha penalizzato la tua vita privata?

«Sicuramente viaggiando molto non è stato sempre facile mantenere un amore, se a questo ti riferisci, ma diciamocelo, io non ho mai avuto storie con persone che mi aspettavano a casa. L’importante è innamorarsi. Quello non può mancare per me, e la musica non me lo toglie, anzi».

Tu a un certo punto hai preso un aereo e sei andata via dall’Italia per volare in America. A chi rimane restano i Talent. A te piacciono?

«Il concetto dei Talent è divertente come forma di intrattenimento televisivo (io non ho la tv, quindi non seguo), ma se diventa unico criterio di ricerca di talenti mi fa tristezza».

Saresti una valida giurata?

«Non credo ne sarei capace. Chi sono io per giudicare o instradare un’altra voce? La propria voce uno la trova dentro cimentandosi con il pubblico, o con dei grandi maestri che uno si sceglie, non che ti vengono affidati».

Tu hai una dichiarata passione per il Brasile, un Paese dalle fortissime contraddizioni come l’Italia. Cosa ti ha fatto innamorare della cultura verdeoro?

«La freschezza, la giovialità, la libertà, l’accoglienza, la passionalità, la viscerale e quotidiana convivenza con la musica, la letteratura, la poesia. Tutto, insomma».

L’Italia è un Paese che ti piace? Musicalmente restiamo i “sovrani della melodia”, come hai detto tu in una recente intervista, ma non credi che si sia persa un po’ di quella solarità che ci caratterizzava nel mondo? Colpa solo della crisi o c’è dell’altro?

«Credo più che altro si sia persa un po’ di reciprocità con altri repertori internazionali com’era negli anni 60-70, periodo in cui una canzone italiana diventava una mega hit negli Stati Uniti o in Brasile e viceversa. Forse negli ultimi anni si è più nazional popolarizzata la nostra scena, e ne risente un po’ quello che chiamerei “l’internazional-popolare” che manca sempre di più».

Non pensi che la tua popolarità, in Italia, sia inversamente proporzionale a quella che hai ottenuto all’estero? La cosa è frustrante o non te ne curi particolarmente?

«Non è proprio cosi, diciamocelo una volta per tutte: in Italia io ci sono stata molto poco. Ora ci sono e mi faccio sentire di più, ecco tutto. Purtroppo – sorride – ancora non ho il dono dell’ubiquità altrimenti avrei fatto in modo di non lasciare mai l’Italia mentre assorbivo il resto del mondo».

Mi piacciono la letteratura e il cinema. Sto vedendo molti film degli anni 70 in questo periodo, impeccabili sia per il loro amabile modo di “osare” sia per la musica incredibile

Piaci sia al mondo Indie, sia a quello Mainstream. Ti possono apprezzare i fans di Nicolò Carnesi e quelli di Gilberto Gil, quelli del Tenco e quelli di Sanremo. In che direzione, credi, stia andando il tuo percorso artistico? 

«Voglio crescere, imparare cose nuove, scrivere con gente diversa e continuare sul filone da interprete come nel mio ultimo album “Canzoni”, che mi sta dando enormi soddisfazioni. Amo Nicola Conte e voglio che lui produca altri miei dischi».

Della Chiara “fuori dalla musica” non si sa moltissimo. Posso chiederti cosa ti emoziona? Cosa ti piace leggere o vedere al cinema?

«Sono dei gemelli, quello che mi emoziona oggi potrebbe annoiarmi domani, ma ci sono delle cose cui resto fedele. Mi piace la poesia, in questo periodo in particolar modo quella di Sandro Penna, Umberto Saba, Amelia Rosselli, Mario Quintana, Emily Dickinson, Clarice Lispector, Patrizia Cavalli. Mi piacciono la letteratura e il cinema. Sto vedendo molti film degli anni 70 in questo periodo, impeccabili sia per il loro amabile modo di “osare” sia per la musica incredibile».

Sui social emerge anche la tua passione per il fitness e il benessere in generale…

«Fitness? Sì, io devo correre, muovermi, sudare, non per una questione estetica, il mio organismo me lo chiede: tenere il corpo in forma per offrire al mio animo un luogo confortevole e bello in cui abitare ed esprimersi».

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