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BOBO RONDELLI «Credo che la pigrizia ti porti a pensare molto e a usare la testa»

Un perdente di successo o un vincente con l’aria da perdente. «La verità è che manco io so perché ogni tanto mi chiamano a suonare o a fare qualche film». Bobo Rondelli è un mito della scena indipendente italiana, perché è uno dei pochi che dagli Anni Novanta è uscito conservando credibilità e pubblico.

La tua Livorno fa venire subito in mente Piero Ciampi. Molti ti accomunano al grande cantautore toscano, lo sai?

«Ho scoperto Ciampi solo quando era già morto. Era un grande».

Sei tu il suo erede?

«Lo dicono gli altri?».

Sì.

«Vabbè, ognuno dica quello che vuole, tanto io non leggo nulla che mi riguarda».

Perché?

«Perché se scrivono male mi arrabbio, se scrivono bene magari mi esalto, quindi meglio non sapere nulla».

Che tipo sei?

«Sono molto pigro, mi piace vivere orizzontalmente. E poi credo che la pigrizia ti porti a pensare molto e a usare la testa».

Se non avessi fatto il cantautore, cosa avresti fatto?

«Chissà, credo però di sapere cosa sono stato nella vita precedente: un macaco femmina dai facili costumi, molto avvezza all’accoppiamento continuativo».

Tu hai sempre avuto un rapporto conflittuale con le donne, vero?

«Mi piace ascoltarle, sentirle parlare. Mi piacciono le donne, ma il rapporto con loro è una questione di momenti, a volte nella vita mi è venuto facile avere a che fare con loro, altri un po’ meno».

Esiste per ognuno di noi la donna che ci completa perfettamente?

«Sì, ma solo per i primi sei mesi della relazione, poi iniziamo a pensare che nel mondo ci sono tantissime altre donne, e lì iniziano i guai. Ma credo che ‘sto discorso valga anche per loro».

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