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GIANNA NANNINI «Ecco perché porto la mia musica nei teatri»

Ci siamo. Il 20 marzo partirà da Torino “Hitstory Tour 2016”, il nuovo tour live nei teatri di Gianna Nannini.

Gianna, perché nei teatri?

«Suonare in un teatro è come suonare in una grande cassa di risonanza».

Ci racconti la storia dietro la copertina di “Hitstory”, il tuo ultimo lavoro?

«E’ stata cambiata all’ultimo momento. L’ho scattata la settimana prima a Hyde Park a Londra insieme a mia figlia Penelope e i suoi amichetti che montavano su questa statua, e siccome lei non riusciva a salire sulle teste delle fatine, ho detto: “…si fa così!”. E sono salita su questa scultura. Una volta su mi sono sentita subito a mio agio, ho dato il telefono a un bambino che stava sotto e gli detto: “…fammi ‘sta foto”. Me l’ha fatta e quella è una iPhoto che è diventata una copertina, molto vitale e vera, che comunica un modo di essere che a volte non si vede».

Qual è un ricordo bellissimo che hai di quando eri bambina?

«Quando sono caduta dal calesse. Sono rimasta attorcigliata nella briglia e da quel momento mi è venuto l’asma».

Che emozione trasmette una canzone?

«Non lo so, le emozioni sono quelle che provate voi non io, io so quale provo io ma come si fa a spiegare le emozioni?».

Cosa vuoi rappresentare con questo album?

«Sono tre album che sono dei concept, è un ripercorrere la storia della mia vita finché sono viva altrimenti me la fanno da morta e ci mettono ciò che non scelgo io. E’ anche una riga che ho tracciato con il mio passato, con persone, collaboratori del mio passato con cui ho messo la parola punto e per questo c’è la vita nuova».

Riguardo al live, come mai hai deciso di fare un tour nei teatri quando in scaletta ci sono molti tuoi brani rock?

«Per ascoltare tutte le sfumature della mia voce e della mia musica. Non esistono altri luoghi adatti oltre ai teatri. Non posso portare gli archi nei palasport e la mia voce ha bisogno degli archi. Il palasport mi ruba gli armonici, che già si perdono negli mp3. Io piaccio molto ai bambini piccoli che appena nati sentono molto gli armonici. Andare in un teatro è una grande occasione per avere uno spazio che rende possibile sentire ogni sfumatura. Io finalmente porto nei teatri il mio suono».

Perché?

«Lo sto facendo per cambiare l’atteggiamento che si ha in determinati luoghi, per cambiare i teatri, per fare una rivoluzione nei teatri. Ma i miei fan non devono farsi bloccare dalla sacralità del luogo, devono  fare quello che gli pare, non vi ferma nessuno».

Le 5 canzoni della tua carriera alle quali sei più legata?

«Mi sembra di fare un torto alle altre scegliendone solo 5. Comunque “Sogno” (l’ho scritta in cinque minuti), “Terra straniera” (è un’altra che ho scritto in poco tempo: mi piace quando le canzoni nascono così spontaneamente). “Mama” e “Ciao Amore Ciao” sono le mie preferite di “Hitstory”, anche se quest’ultima non l’ho scritta io quindi non vale. Chiudo con “Sei nell’anima” e “America”».

Carlotta Sorrentino
(www.notespillate.com)

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