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MODENA CITY RAMBLERS Tracce Clandestine

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Ci sono canzoni nel corso della carriera di una band come i Modena City Ramblers che diventano una bandiera, un simbolo di riconoscimento, un marchio di fabbrica. Ci sono altri brani, invece, che il pubblico non si aspetta, su un disco non li ha mai ascoltati ma li ha sentiti qualche volta dal vivo, in concerto. Sono tracce particolari, mai registrate, oppure comparse solo in dischi oggi introvabili, canzoni spesso di altri autori che rientrano a pieno nel registro culturale e musicale dei MCR e che hanno particolarmente influenzato la band.

Ok, bisogna dirlo: è un album un po’ ruffiano. Però è un piacere ascoltarlo e riascoltarlo, perché “Tracce Clandestine” ha in scaletta una quindicina di canzoni suonate dannatamente bene, così bene che alcuni episodi se la giocano persino con la copia originale. Il lavoro dei Modena City Ramblers contiene molti brani che la band ha proposto dal vivo durante anni di concerti ma che non sono mai stati incisi su disco, salvo rare eccezioni. Il gruppo per l’occasione è tornato in studio dove ha invitato molti artisti per collaborare alle registrazioni. Artisti italiani e stranieri, in alcuni casi legati ai Ramblers da rapporti di stima ed amicizia, in altri casi veri e propri punti di riferimento nella crescita musicale della band. Due nomi su tutti: Eugenio Finardi e Terry Woods dei Pogues.

In scaletta “Clandestino” di Manu Chao, “The Ghost of Tom Joad” di Bruce Springsteen, “Rock The Casbah” dei Clash (fatta davvero bene) e molto altro ancora. Insomma, l’originalità un po’ latita, ma una volta messo su, difficilmente salterete qualche brano di questo compact oppure vi guarderete attorno alla ricerca di qualcosa di meglio.

Review Overview

QUALITA' - 66%

66%

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