NESLI «Quando hai la sensazione che tutto sia perduto, accadono magie meravigliose»
Dal rap alla poesia melodica, dall’anonimato al grande pubblico. Sa un po’ di favola la carriera artistica di Nesli, fratello di Fabri Fibra, uno che con le parole ha sempre avuto un rapporto speciale e che grazie alle parole ha saputo conquistare il suo pubblico e anche quello di un cantautore di livello mondiale come Tiziano Ferro.
Partiamo dai fans. Qual è il tuo rapporto con loro?
«Avere davanti i fans e confrontarmi con loro è terapeutico per me».
In che senso?
«Mi piace leggere i loro commenti su Facebook o su YouTube e quando posso interagisco volentieri coi fans perché ne sono convinto: l’ispirazione arriva anche dalla gente. Inoltre mi piace leggere le opinioni sui “social” perché sono senza filtro, la maggior parte delle volte arrivano direttamente “dalla pancia” degli autori e questo mi permette di capire cosa davvero pensano di me».
Commenti negativi compresi?
«Mah sì, a volte quando leggo certe cose mi verrebbe voglia di replicare, ma va bene uguale».
Alcuni tuoi fans sostengono che tu sia cambiato…
«E’ vero, verissimo. Crescendo si cambia, è normale. E cambia anche la musica che fai, affini il tuo stile. Poi c’è quello che apprezza e quello che si incazza perché non sei più quello degli inizi, ma per fortuna ci sono i dischi del passato, e se uno vuole può sempre riprenderli e ascoltarli».
Ricordo una tua vecchia copertina in cui c’erano due Nesli…
«Due Nesli come il Tao, come il bene e il male, come le mie due personalità che fanno a cazzotti nella vita di tutti i giorni».
Per quale dei due Nesli hai più simpatia?
«Io vorrei essere quello matto, perché nella vita sono l’altro. Convivo col Nesli normale ma vorrei essere quello più pazzo».
Cosa ricordi de “La Fine”, la tua canzone reinterpretata da Tiziano Ferro?
«La scrissi in un momento delicato della mia vita e non immaginavo all’epoca che sarebbe finita anni dopo sulla bocca di migliaia e migliaia di persone nei palasport. Ma sai qual è la parte migliore di questa storia?».
Prego…
«Che Tiziano Ferro non l’ha cambiata di una virgola, la canta tutt’oggi mantenendo intatta la versione originale. Ogni volta che guardo YouTube e vedo la sua versione nei Palasport, è un po’ come se mi dicesse: “Beh, Francesco, è bella così, va bene così”».
Il tuo video de “La Fine” ha fatto milioni di visualizzazioni su YouTube. Numeri da capogiro…
«E sai quanto è costato quel video? Cinquecento euro! All’epoca senza saperlo stavamo facendo il video di una canzone che di lì a poco avrebbe spopolato negli stadi. Pazzesco».
Qual è la morale di tutto questo?
«Mai abbattersi nella vita, bisogna avere la forza di crederci sempre, perché anche quando hai la sensazione che tutto sia perduto, accadono delle magie meravigliose».