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RASTY KILO Favelas

RASTY_KILO_favelas

Rasty Kilo in “Favelas” (Machete Empire Records) vuole raccontare la borgata, ossia quello spaccato di società che conosce, in cui è cresciuto e vive. Nei brani si parla di come i ragazzi nati poveri, e magari cresciuti nelle case popolari, si arrangino per intascare un po’ di soldi e tirare avanti. Situazioni che in certi quartieri sono atipiche mentre in altri, come quello di Rasty Kilo per esempio, Ostia, sono la norma.

La prima cosa che ci sentiamo in dovere di dirvi è che non possiamo mettere la mano sul fuoco sull’onestà di Rasty Kilo, nel senso che non sappiamo dirvi se la sua realtà quotidiana è davvero così cruda come parrebbe, ma possiamo dirvi che la sua proposta è credibile. Quindi se mente, lo fa bene. Se invece è sincero, allora gli va dato il merito di non calcare troppo la mano rispetto ad altri colleghi che a volte, più che dall’hinterland di Milano o Roma, sembrano arrivare direttamente dal ghetto newyorchese. Rasty Kilo invece racconta e lo fa in maniera genuina, quasi da giornalista, e la cosa è un punto a suo favore. Talvolta sbraca, ok, ma mai esageratamente.

Di “Favelas” ci piacciono prima di tutto le costruzioni sonore: originali e raffinate. Ci piace anche la scrittura di Rasty Kilo, che in ogni canzone infila un paio di versi che sono piacevoli esercizi di stile. Il resto non è contorno, ma sostanza.

Tanti gli ospiti, ma ci permettiamo di citare Ensi e Nerone, che in “300k” firmano un pezzo eccellente, che ha il madornale difetto di durare appena due minuti e mezzo. Valido anche il brano “Immunità diplomatica” con Ntò e Johnny Marsiglia e un’altra base interessantissima. Forse manca la hit, il pezzo capace di far fare il salto di qualità al rapper romano, ma di sicuro questo resta un album che supera la sufficienza in scioltezza.

Review Overview

QUALITA' - 66%

66%

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