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FRANCESCO DI BELLA «Napoli? Sono una statuina di quel presepe»

Francesco Di Bella si prepara a festeggiare i vent’anni di carriera. Ad attendere i fan dell’ex frontman dei 24 Grana, un fitto calendario di concerti. Nell’autunno del 2018, poi, dopo un’estate di live e progetti speciali (in un rapporto più intimo col proprio pubblico), Francesco concluderà l’anno con la pubblicazione di un nuovo disco di inediti: album che si preannuncia di rottura, di innovazione, e a cui farà seguito un ricco indoor tour.

In vent’anni di musica hai attraversato diverse Ere musicali: dalle musicassette ai cd sino alla musica liquida delle piattaforme digitali. E’ bello avere tutta questa musica così facilmente a disposizione oppure questa bulimia di canzoni non consente più di trovare le cose buone e di reale qualità?

«Io credo che di cose interessanti ce ne siano molte in giro e che la musica sia meglio ascoltarla dal vivo, tutto sommato. La musica è un’opera artistica e chi la fa è libero di scegliere il modo in cui farla viaggiare. Oggi è come se molti più artisti potessero permettersi di viaggiare. Chi in aereo, chi in treno, chi in auto, chi in bici. Ognuno ha i suoi mezzi, chi più potenti, chi meno. E’ un casino, lo so, ma la qualità non c’entra. Non c’entrava neanche prima quando una bella canzone la trovavi sepolta in una compilation di Nuggets!».

Il nuovo disco di inediti uscirà in autunno. Perché lo hai definito un album di rottura? Cosa conterrà di così… forte?

«C’è un cambio nel modo di operare rispetto al precedente album, in questo senso è di rottura. Il disco nasce in team con Andrea Pesce e il resto della band che mi accompagna da qualche anno a questa parte, ed è stato registrato e prodotto da Andrea a casa sua, in un ambiente “familiare”. Le canzoni sono nate tutte in poche settimane e ho deciso di incidere l’album lì dove avevo registrato i demo, ed erano anni che non sentivo una simile urgenza. E tutto, a partire dal titolo, parla di fuoco».

Il 13 aprile suonerai a Napoli. Che rapporto hai con la tua città? Ti ispira ancora?

«Certo, è casa mia. Sono una statuina di quel presepe. Quello col Cardillo».

Mi dici la tua sul progetto Liberato? Tu sai chi è? 

«No, guarda non so, mi ha anche un po’ stufato».

Che bilancio fai dell’esperienza dei 24 Grana? Pensi abbiate raccolto per quanto seminato?

«Sono stati 18 anni bellissimi, in cui abbiamo scritto la storia della musica alternativa della nostra città, e non solo. Creare musica con i miei compagni è stata un’avventura incredibile, qualcosa che è difficile anche solo raccontare. Ed i frutti continuano a cadere».

L’esperienza da solista cosa ti ha dato?

«La possibilità di crescere ancora di più artisticamente, confrontandomi con nuove possibilità espressive: altrimenti, avrei rischiato di rimanere chiuso in un cliché».

Ecco le prossime date live:
Milano (La Salumeria della Musica, 5 aprile)
Roma (Largo Venue, 6 aprile)
Castelcivita in provincia di Salerno (Piazza Santa Sofia, 8 aprile)
Napoli (Lanificio 25, 13 aprile)

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