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PAMELA PETRAROLO «Amo ancora molto la Pamela di "Non è la Rai"»

A Metà” (pubblicato su etichetta GigaMusic/Halidon) rappresenta il ritorno discografico di Pamela Petrarolo, tra le più popolari protagoniste del programma cult di Gianni Boncompagni “Non è la Rai”. Il nuovo debutto è stato anticipato dal singolo “Vivere a metà, scritto da Nicola Lombardo e realizzato da Stefano Acqua, chitarrista fuoriclasse e autore di pietre miliari della canzone televisiva come “Niente di importante”, successo di Pamela successivamente scelto da Raffaella Carrà per il proprio repertorio discografico e televisivo.

Partiamo dal disco ovviamente: quanto è autobiografico il singolo?

«Questo brano è stato tra i pochi ad avermi colpita tra le tante proposte che mi sono arrivate negli ultimi due anni di ricerca musicale tra giovani autori che si proponevano per firmare il mio nuovo inedito. Al primo ascolto del provino chitarra/voce di Nicola Lombardo mi ha emozionato immediatamente. L’ho sentito subito mio. Io, divisa a metà tra la Pamela di oggi, mamma a tempo pieno con l’incessante passione per lo spettacolo, e la Pamela di ieri, che a “Non è la Rai” ha vissuto un sogno ad occhi aperti senza quasi rendersene conto. Oggi ci sono le responsabilità e la fatica di giostrare la vita di una donna adulta, ieri c’era spensieratezza e un successo che mi coglieva ogni giorno di sorpresa. Questa spensieratezza vive sempre dentro di me, ed è il carburante che dopo 25 anni tiene ancora accesa la fiamma e la passione per questo mestiere».

La copertina ha un significato particolare?

pamela petrarolo«La copertina del mio nuovo album, “A Metà”, rappresenta proprio questo. Insieme al geniale fotografo Ilario Botti siamo riusciti a rendere perfettamente l’idea che avevo in mente per l’artwork del mio ritorno discografico. In molti pensano che la metà fotografica di me con la frangetta sia uno scatto dell’epoca cui sia stato accostato un mio scatto attuale, invece no! Ho rimesso davvero la frangetta per il servizio fotografico! Quanto ci siamo divertiti con l’hair stylist Bruno Scantaburlo per acconciarmi come ai tempi di “Non è la Rai”…».

Devi alla tv moltissimo. Oggi che rapporto hai con quella “scatola”? 

«Alla tv devo tutto. Mi ha insegnato un mestiere per cui nessuna scuola avrebbe potuto formarmi. Doversi impegnare ogni giorno per la preparazione della puntata del giorno dopo, con la capacità di saper improvvisare all’occorrenza, mantenendo il sorriso anche in momenti di difficoltà. Il sorriso non mi ha mai abbandonato, e insieme alle mie fossette rappresenta un po’ il mio marchio di fabbrica».

Guardi la tv di oggi? Cosa ti piace?

«Guardo la tv, mi interessano molto i Talent musicali, adoro scoprire voci nuove e non nascondo che mi piacerebbe partecipare a uno show di questo tipo in veste di giudice. Onestamente non mi sono mai proposta per questo ruolo, perché le offerte televisive che mi arrivano sono quasi sempre legate al mio personaggio di performer, cantante e ballerina/coreografa».

Che rapporto hai con la Pamela che ogni tanto fanno rivedere in tv? Guardi mai le vecchie puntate di “Non è la Rai”? Provi tenerezza o cos’altro per quella Pamela?

«La Pamela che vedo in tv attraverso le tantissime repliche di “Non è la Rai” che vengono riproposte su Mediaset Extra è una Pamela che amo molto; come dicevo prima, ricca di spensieratezza e passione per il mondo dello spettacolo. Ora come allora amo e ho sempre amato ballare, cantare, recitare e, come forse alcuni non sanno (è una delle mie specialità!), anche imitare. A “Non è la Rai” le ragazze del cast impazzivano di risate quando proponevo le loro imitazioni. Sono stata chiamata per partecipare a diversi provini di “Tale e quale Show”, dove però al momento non sono ancora stata confermata ufficialmente. Magari l’anno prossimo?».

Mi dici la tua sul movimento #metoo? Tu sei mai stata oggetto di molestie oppure proposte indecenti?

«Credo che ognuno sia libero di dichiarare ciò che crede necessario dichiarare. Non ho un giudizio in merito, anche perché, per quanto mi riguarda, non ho mai vissuto da vicino situazioni di molestia, perciò non posso neanche immaginare come ci si possa sentire. Per quanto se ne dica, il mondo della televisione non è differente da altri contesti lavorativi. Le avance sono all’ordine del giorno in qualsiasi ambiente si lavori, poi sta alla persona sapersi difendere e rifiutare ciò che non si ritiene giusto per sé. Naturalmente, in molti casi ci sono persone fragili che non hanno un carattere forte tale da saper gestire situazioni così delicate e imbarazzanti, ma ripeto, non posso esprimere un giudizio perché non fa parte del mio vissuto artistico».

Fra i tuoi sogni nel cassetto c’è sempre il Festival di Sanremo e perché?

«Perché credo sia uno dei contesti musicali più importanti dove esibirsi per un’artista che canta musica leggera/pop, soprattutto in uno scenario come quello di oggi dove in televisione non ci sono più molte opportunità per esibirsi al di fuori dei Talent per giovani emergenti. E poi sono molto legata alla tradizione, e il palco dell’Ariston per me è e sempre sarà “Il Palco” per eccellenza».

Sono diverse le ragazzine di oggi rispetto a quelle della tua generazione? Insomma, trovi migliori o peggiori i giovani di oggi rispetto a quelli di 20/30 anni fa?

«Le ragazzine di oggi naturalmente sono diverse dalle ragazzine che eravamo noi. Ogni epoca ha i suoi tratti caratteristici, con i suoi lati positivi e negativi. Le ragazze di oggi iniziano ad essere più sofisticate molto prima di come succedeva 20 o 30 anni fa. E sono anche più sveglie, sotto certi aspetti, di noi che eravamo abbastanza ingenue».

Pensi che oggi un programma sulla falsariga di “Non è la Rai” avrebbe successo? E tu saresti una buona presentatrice o autrice?

«“Non è la Rai” è diventato uno dei programmi cult della televisione italiana proprio perché non è mai stato ripetuto. Quando Gianni Boncompagni decise di chiuderlo nel pieno del suo successo, ci lasciò tutte incredule. Poi, col tempo, capii che fece bene, perché se fosse andato avanti negli anni come certi altri programmi che tuttora fanno parte dei palinsesti tv dopo decenni, forse la magia sarebbe stata offuscata dalla routine. Fu qualcosa di unico, e secondo me irripetibile oggi. Se decidessero di riproporlo, credo proprio che sarei – sorride – una buona cantante! E se dovessi cimentarmi anche in altri ruoli, sì forse potrei essere anche una buona autrice: farei tesoro di tutti gli insegnamenti di Gianni. Sarebbe divertente portare avanti il suo modo di fare tv, stravagante e fuori dagli schemi, magari assieme ad altri autori e artisti che come me hanno partecipato ai suoi lavori».

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