TYING TIFFANY «La musica mi ha dato la forza per guarire da molte insicurezze personali»
Il suo recente viaggio in Messico ci ha dato lo spunto (ma anche il pretesto) per parlare di musica e molto altro con Tying Tiffany. Adoriamo il suo percorso artistico privo di confini: «Sto lavorando a un nuovo album, ma vorrei riprendere in maniera concreta a dipingere, avendo già pronte alcune bozze su cui avevo lavorato tempo fa».
Iniziamo appunto dal Messico. Che cultura hai scoperto e che immagini ti sei portata dietro?
«Premesso che la cultura messicana spazia dagli Aztechi ai Maya fino all’epoca della conquista, alla rivoluzione, ecc. Di conseguenza quello che che mi ha stupito, sono stati i contrasti di queste evoluzioni, tra grandiosità e modestia, tra ricchezza e miseria. Le immagini impresse sono l’azzurro intenso e l’immensità del cielo – detta così sembra una visione poetica, ma è qualcosa che va oltre la fisica. E poi le zone desertiche e le piramidi, ma allo stesso tempo Città del Messico, estremamente moderna e cosmopolita. I colori sgargianti, fiori splendidi ovunque, i mercatini che traboccano di una varietà infinita di frutta tropicale, freschissima e buonissima, la purezza della gente nell’approcciarsi alla musica e all’arte in generale».
Vista dal Messico (o comunque dall’estero), l’Italia com’è? Che opinione hanno, gli altri, dell’Italia e di noi italiani?
«Quello che ho potuto notare, specialmente nelle trasferte extra europee, è che un po’ tutti hanno un’idea generica dell’Italia, legata ai classici stereotipi, quindi moda, cucina, famosi designer, governi lampo, politici bislacchi, storia millenaria. Per quanto riguarda gli italiani, siamo benvoluti un po’ da tutti, a differenza dell’atteggiamento ambivalente europeo, diviso tra senso di attrazione e costante critica».
Dopo più di 10 anni di musica, oggi sei nel punto preciso in cui all’inizio del tuo percorso sognavi di essere?
«Quando ho iniziato, non sognavo un punto di arrivo, ho sempre vissuto le mie esperienze giorno per giorno, in quanto la musica è sempre stata parte della mia esistenza. Non ambivo a chissà cosa, sono sempre stata coerente con le possibilità che avevo a disposizione e con le mie capacità “naif”. Quello che sono riuscita ad ottenere è stato anche più di quello che avrei mai potuto progettare. Non mi appartengono limiti temporali. Sicuramente ho sempre puntato a migliorarmi, cogliendo input che potessero rendere la mia vita ricca di curiosità. Sono dell’idea che rimanere sempre sullo stesso percorso sia limitante e noioso».
Hai delle recriminazioni?
«Recriminazioni mai».
Il tuo side project Laurapalmer mi stimola a chiederti qualcosa di extra musicale. Fai anche tu parte di quelli che attendono con ansia il nuovo corso di “Twin Peaks”?
«Non ho grandi aspettative, sono piuttosto infastidita dal fatto che abbiano ripreso una serie perfetta nella sua unicità, resa anche originale proprio dal periodo in cui usciva. Sono dell’idea che quando una produzione è stata realizzata al massimo, vada ricordata per quello».
Sei amante delle serie?
«Sono una grande appassionata di serie: negli ultimi anni hanno raggiunto livelli pari alle produzioni cinematografiche in quanto a cast, sceneggiatura e fotografia».
Quali preferisci?
«Tra le mie preferite, “Stranger Things“, “The Walking Dead“, “Fortitude“, “Black Mirror“, “Fringe“, “Les Revenants“, “Top of the lake“, “Boris“, “The OA“, “The Leftovers“, “Vinyls” e “Gomorra“».
Verso quali progetti concentrerai i tuoi sforzi nel 2017?
«Ho vari progetti in corso: il prossimo album, di cui ho già alcune tracce pronte, poi la sonorizzazione di un lungometraggio che farà parte di un progetto multimediale, inoltre vorrei riprendere in maniera concreta a dipingere, avendo già pronte alcune bozze su cui avevo lavorato tempo fa».
La musica ti ha dato molto, ma così ti ha tolto a livello personale?
«Non ha tolto nulla, anzi, mi ha dato la forza per guarire da molte insicurezze personali. E’ sempre stata un punto fisso, il giardino segreto dove trovare rifugio, la mia tana. Nei momenti difficili, mi ha dato l’entusiasmo per tirarmi fuori».
Nell’ultimo anno, quali sono stati gli ascolti che più ti hanno incuriosita? E’ anche un modo per chiederti cosa ti ispira in questo momento?
«Onestamente tra le nuove uscite non c’è nulla che mi abbia particolarmente incuriosito. Trovo l’attuale scena musicale piatta e senza alcuno stimolo. Ho ripreso ad ascoltare ossessivamente Erik Satie».