Cinema2020

ULTRAS Francesco Lettieri

ultras

Che delusione. Accompagnato da polemiche e attese, “Ultras” doveva – nelle intenzioni – portare Francesco Lettieri a compiere un salto di qualità dopo un’onorata carriera nei videoclip, e invece il suo esordio da regista è un clamoroso flop, perché nella sua opera è davvero una bella fatica cogliere qualcosa di buono, dal momento che regia, montaggio, dialoghi, soggetto, sceneggiatura, ambientazioni e interpreti sono una deriva senza appigli.

La trama. A quasi cinquant’anni, Sandro (Aniello Arena) è ancora il capo del gruppo ultras degli Apache, con i quali ha passato tutta la sua vita allo stadio tra scontri, trasferte e battaglie. Una diffida però non gli permette più di accedere allo stadio, per questo Sandro è deciso a cambiare vita, conoscendo la bella Terry (Antonia Truppo). Angelo (Ciro Nacca) è un ragazzo di sedici anni, che considera gli Apache la sua nuova famiglia e Sandro la sua guida.

Aniello Arena è poco credibile nel ruolo e paga anche una pessima caratterizzazione del personaggio, il giovane Ciro Nacca è impalpabile sullo schermo e con una sola espressione per tutto il film. Salviamo la bellissima Antonia Truppo (sprecata nella parte) e quasi tutti i personaggi minori.

I film sugli Ultras, nella storia del cinema, hanno riservato poche gioie agli autori – forse in Italia soltanto “Ultrà” di Ricky Tognazzi si è salvato dal naufragio, ma erano anche altri tempi (1991) e si puntava meno sull’estetica e più sui dialoghi.

Lettieri cade proprio dove era facile attendersi il suo “tocco”: i video di Liberato e Calcutta (il primo firma le musiche della pellicola) hanno tutti un’estetica meravigliosa, invece in questo “Ultras” non c’è una ripresa che sia degna di nota, un’inquadratura, un’immagine. Niente. Il niente più assoluto. Per non parlare della storia (banalissima) e del finale da quinta elementare. Insomma, un’occasione persa.

Review Overview

SCORE - 3.5

3.5

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